Agli Internazionali d’Italia ne succedono sempre di tutti i colori: 4 storie che forse non conosci e che vale la pena approfondire.
Gli Internazionali d’Italia non dovrebbero avere bisogno di presentazioni. Del resto c’è un motivo ben preciso – anche più di uno, anzi – se quello che si gioca nella città eterna è uno dei tornei più prestigiosi del calendario tennistico. Ragione che non è da ricercarsi solo ed esclusivamente nel fatto che le battaglie avvengano in una location unica nel suo genere, vale a dire il Foro Italico, ma anche nell’atmosfera, indiscutibilmente magica, che si respira a quelle latitudini durante il Masters 1000 su terra rossa.

Un appuntamento imperdibile, dunque, tanto per i tennisti quanto per gli spettatori, ben consapevoli del fatto che nella capitale d’Italia ne succedano, ogni anno, di tutti i colori. In senso buono, s’intende. La storia del torneo è ricca, infatti, e lo sa bene chi ha una buona memoria storica, di aneddoti curiosissimi. Di episodi, alcuni dei quali decisamente esilaranti, che hanno fatto da contorno alle sfide dei campioni e che hanno contribuito a rendere indimenticabili alcune delle edizioni passate.
Gli Internazionali d’Italia si giocano a Roma dal 1930 e abbiamo deciso, dunque, di fare un piccolo viaggio a ritroso nel tempo e di raccontarvi 5 avvenimenti curiosissimi che hanno scandito la storia del torneo capitolino. Alcuni sono più recenti, altri meno, ma tutti, in un modo o nell’altro, sono utili per ribadire un concetto: che al Foro Italico, in buona sostanza, non ci si annoia mai.
Via i calzini: insoliti souvenir agli Internazionali d’Italia

Molti di voi ricorderanno sicuramente l’istrionico Ilie Năstase, un giocatore dal talento incredibile particolarmente incline, tra le altre cose, ai gesti plateali e anche un po’ teatrali. Negli anni Settanta si è distinto per i suoi comportamenti sopra le righe e molte di queste “marachelle” le ha combinate proprio nella cornice romana. Come dimenticare, per esempio, di quando, per provocazione, giocò a piedi nudi alcuni game? Qualche giorno prima aveva candidamente ammesso di non tollerare le scarpe e il caldo della capitale. Quindi, un bel giorno, aveva deciso di togliersi i calzini e di giocare così, scalzo, nonostante i pericoli cui poteva andare incontro. C’è di più: in quell’occasione lanciò addirittura le sue calze verso il pubblico, che a quel tempo era pazzo di Nasty e del suo sfacciatissimo anticonformismo. Roma, insomma, fu il palcoscenico ideale per un “commediante” come Ilie.
A Roma merende gratis per tutti. Anche per i giocatori

Il pubblico romano, cosa che non ci stupisce affatto, in tutta franchezza, è noto per essere uno dei più caldi e accoglienti di tutto il mondo. Accogliente però lo è stato in maniera addirittura eccessiva, una volta. Nel 2001, durante un match del torneo di doppio maschile, accadde infatti qualcosa di alquanto singolare. Su uno dei campi secondari del Foro Italico, uno spettatore, forse annoiato dalla gara o comunque in cerca di attenzioni, ebbe la malsana idea di lanciare verso i giocatori un panino. Sì, avete capito bene: un panino farcito. Lo ha fatto proprio mentre uno dei due si apprestava a servire. Alla vista del “gadget” atterrato in campo la partita, ovviamente, si è fermata. I tennisti l’hanno presa bene e sono scoppiati a ridere, salvo poi confessare, più tardi, quanto segue: “Era un bel panino, sembrava al prosciutto. Peccato non averlo potuto assaggiare!“.
Partita interrotta per scaramanzia: a Roma succede anche questo

Ci sarà mai, nel circuito Atp, qualcuno che sia anche solo lontanamente scaramantico quanto lo è Rafael Nadal? Non conosciamo la risposta esatta, ma noi pensiamo, in tutta onestà, che no, non avrà mai un erede degno di questo nome. Chi altri, del resto, potrebbe interrompere una partita, come fece lui nel 2009, per assecondare i propri tic? A Roma, nell’anno in cui dominò senza se e senza ma, fu sfiorata una “tragedia” diplomatica. Lo spagnolo aveva sistemato le bottigliette alla sua maniera, con l’etichetta in avanti e ad una certa distanza l’una dall’altra. Un raccattapalle ne colpì una accidentalmente e l’arbitro si affrettò a riposizionarle, ma lo fece in modo casuale. Quindi Nadal fermò la partita e corse a risistemare il suo “tesoro”, beccandosi anche un bel po’ di fischi da parte del pubblico.
Festa grande nelle gelide acque del Tevere
Molti di voi sapranno che alcuni tennisti, al termine delle partite più impegnative, sono soliti immergersi in una vasca colma di acqua gelata. Pare si tratti di un’abitudine utile per aiutare i muscoli a recuperare. Dovremmo chiederlo ad Andy Murray, se è così, visto e considerato che il campione britannico, oggi allenatore di Novak Djokovic, si concesse un cold recovery dopo aver conquistato, nel 2016, il titolo di re di Roma. Dopo aver vinto il torneo, in assenza di piscine e di vasche nei paraggi, pensò bene di tuffarsi nelle acque del Tevere, alle spalle del Foro Italico. L’acqua gelida e sporca non lo preoccupò minimamente: “Probabilmente mi sono preso sei virus – disse in quell’occasione – ma mi sento rinato!”.