Sinner, questo spiega tutto: gliel’ha insegnato lui

Jannik Sinner, la confessione inaspettata ha chiarito uno degli ultimi punti rimasti ancora in sospeso: l’allievo ha decisamente superato il maestro.

Ci è voluto del tempo perché uno dei due vuotasse il sacco. Hanno un tale rispetto del loro rapporto che nessuno dei due ha mai voluto che la stampa speculasse su di esso nel modo sbagliato. Sapevamo bene, però, ancor prima che uno dei diretti interessati decidesse di parlare, come mai le loro strade, ad un certo punto, si fossero divise.

Sinner
Sinner, questo spiega tutto: gliel’ha insegnato lui (LaPresse) – Ilveggente.it

Quando Jannik Sinner ha mollato Riccardo Piatti non si è lasciato sfuggire nulla. Qualcuno si era già accorto da tempo, tuttavia, del fatto che qualcosa fra loro non andasse più per il verso giusto. “Stai calmo, c****”, gli aveva urlato il giocatore altoatesino dal campo, manifestando così una certa insofferenza rispetto alle reazioni del suo coach. Ed è stato proprio il suo ex allenatore, nei giorni scorsi, a rivelare al Corriere della Sera perché, ad un certo punto, l’azzurro abbia fatto le valigie e si sia guardato intorno.

Il motivo del suo addio sarebbe da rintracciarsi proprio nei modi duri e nella rigidità che Piatti, dal canto suo, ha confessato di avere avuto nei confronti del suo non più pupillo. Una pressione che Jannik, ad un certo punto, non si sarebbe più sentito di tollerare. Voleva più leggerezza e sembrerebbe averla trovata nei modi, sicuramente diversi, di Simone Vagnozzi e del super coach Darren Cahill.

Il trucco del mestiere l’ha rubato a lui

L’ex allenatore di Sinner, ad ogni modo, si è detto perfettamente consapevole del fatto di essere stato molto duro nei riguardi del neo numero 1 del mondo. Ma non se ne pente.

Piatti
Il trucco del mestiere l’ha rubato a lui (X) – Ilveggente.it

“Era l’unico modo per arrivare in alto. Dovevo dire di no, dare regole. L’ho preso a 13 anni, se n’è andato a 20. In quel momento, sentivo di dover fare così. Come oggi con Dhamne: un giorno mi manderà anche lui a quel paese. Ci sta”. “Ho sempre voluto che Jannik diventasse indipendente – ha detto ancora – sapevo che un giorno se ne sarebbe andato. Ma con lui dovevo essere l’allenatore rigoroso, a volte rigido: era il mio ruolo”.

Piatti ha detto un’altra cosa, poi, che ci ha aperto gli occhi: “Ivan (Ljubicic, ndr) invece era differente: all’inizio gli vietai di portare la moglie agli Slam, lui non batté ciglio”. Sarà stato lui, probabilmente, ad insegnare a Sinner che è meglio tenere separate la carriera e la vita privata e che, nello sport, la discrezione e la riservatezza sono doverose.

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