Risolto il giallo Sinner: la verità che non ti aspetti

Jannik Sinner, c’è voluto del tempo ma la verità, adesso, è saltata fuori: qualcuno ci aveva visto giusto, l’ha fatto per questo motivo.

Il popolo del tennis è spaccato a metà. Da una parte c’è chi teme che questi tre mesi di sospensione possano gravare sul prosieguo della sua carriera e mettere a repentaglio il suo trono. Dall’altra c’è chi crede, invece, che uno come Jannik Sinner possa essere potenzialmente in grado di trarre il meglio perfino da un avvenimento spiacevole come può essere, per l’appunto, una squalifica.

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Risolto il giallo Sinner: la verità che non ti aspetti (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Scopriremo presto quale delle due fazioni avesse ragione, ma una cosa è certa: gli addetti ai lavori non sono minimamente preoccupati. Non lo è Adriano Panatta, certo che il lavoro extra che l’azzurro ha potuto fare in tutte queste settimane sarà per lui una mano santa, e non lo è neanche Riccardo Piatti, l’uomo al cospetto del quale Sinner s’è fatto campione. Fu lui, quando Jannik aveva ancora 13 anni, a “prelevarlo” dai suoi monti e a portarlo con sé a Bordighera, per addestrarlo ad essere un numero 1.

Il nativo di San Candido non gli deve tutto, forse, perché la differenza, in fin dei conti, l’hanno fatta la sua abnegazione e la sua forza di volontà. Ma, di sicuro, gli deve tanto, tantissimo. E gli sarà debitore a vita, sebbene il loro rapporto di collaborazione si sia interrotto qualche tempo fa, dopo sette anni trascorsi fiano a fianco. Un divorzio del quale non si è mai saputo troppo perché la parola d’ordine, sia per il coach che per il tennista, è sempre stata una e solamente una: discrezione.

Sinner, il troppo stroppia: le ragioni dell’addio

Due anni dopo quell’addio, che si temeva essere l’inizio della fine ma che tale non è stato, ci ha pensato proprio Riccardo Piatti a fare chiarezza su tutto. A spiegare come mai, ad un certo punto, le loro strade si siano divise.

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Sinner, il troppo stroppia: le ragioni dell’addio (LaPresse) – Ilveggente.it

Lo ha fatto approfittando dell’intervista concessa al Corriere della Sera, un botta e risposta dal quale traspare chiaramente quanto si senta orgoglioso, al netto di tutto, di aver “creato” il nuovo numero 1 del mondo. “Ho sempre voluto – così l’allenatore ha motivato la scelta del suo ex pupillo – che Jannik diventasse indipendente, sapevo che un giorno se ne sarebbe andato. Ma con lui dovevo essere l’allenatore rigoroso, a volte rigido: era il mio ruolo”. “Per Jannik questo rigore, a un certo punto, è stato troppo da reggere“.

Piatti ha confermato, in sostanza, quello che tutti hanno pensato sin dal primo istante, e cioè che Sinner lo avesse mollato perché in cerca di un po’ più di leggerezza. Il che nulla toglie al loro rapporto e al contributo, certamente determinante, che Piatti, nel bene e nel male, ha dato ai fini della scalata al successo del fenomeno altoatesino.

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