Squalifica immediata e una multa salatissima: ancora uno scossone riguardante la Serie A per l’ennesimo caso di scommesse nel mondo del calcio.
Una squalifica di tre anni e una sanzione pari a 25mila euro. Questa la pena che la sezione disciplinare del Tribunale federale nazionale della Figc ha deciso di infliggere all’ex responsabile del settore giovanile dell’Arezzo, Giorgio Contu. Responsabile, come dimostrato dalla Federazione italiana giuoco calcio, di aver violato gli articoli 4 e 24 del Codice di giustizia sportiva.

L’episodio finito nel mirino risale al campionato 2023/2024. Sono le 18:30 del 26 febbraio di un anno fa e in campo, all’Olimpico, ci sono i padroni di casa della Roma e i giocatori del Torino. Durante il match, come si apprende dal testo relativo alla decisione integrale della Figc, Contu avrebbe violato gli articoli di cui sopra, rendendosi così protagonista di un nuovo caso scommesse legato – ancora una volta – al mondo del calcio.
L’ex responsabile del settore giovanile dell’Arezzo, si legge all’interno del provvedimento, avrebbe realizzato “tre scommesse aventi ad oggetto risultati relativi all’incontro ufficiale organizzato nell’ambito delle gare di Serie A della FIGC”. C’è di più: si tratterebbe, secondo quanto si è appreso, di “scommesse singole a quota fissa live, ovvero ad avvenimento in corso”. Il giorno immediatamente successivo alla scommessa e alla partita aveva incassato 4mila e 200 euro.
A nulla è valso il ricorso: squalifica e sanzione immediati
Contu, così facendo, ha fatto l’opposto di quanto previsto dal Codice di giustizia sportiva, che vieta “di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa”.

Avrebbe poi violato i “principi di lealtà, correttezza e probità nonché dell’obbligo di osservanza delle norme e degli atti federali di cui all’art. 4, comma 1, del Codice di giustizia sportiva, nonché per la violazione dell’articolo 24, comma 1, del Codice di giustizia sportiva”. A nulla è valso il reclamo che aveva presentato, affermando di essere stato vittima di un furto d’identità e ammettendo di essere uno scommettitore abituale.
La Procura ha sottolineato che l’uomo “non ha mai ammesso la propria responsabilità – anzi, l’ha sempre negata – e non è emersa in giudizio alcuna sua fattiva collaborazione per la scoperta o l’accertamento di illeciti disciplinari”. Da qui la decisione, per i fatti avvenuti durante Roma-Torino, di comminare per lui una squalifica e una sanzione e di rigettare, inoltre, il reclamo presentato attraverso il suo legale.