Matteo Berrettini, è successo davanti a tutti e in mondovisione: un momento durissimo per il martello romano, ecco com’è andata a finire.
Quando è arrivato a Miami aveva poche certezze. Non era mai riuscito a vincere sulla superficie dell’Hard Rock Stadium, per cui non aveva la certezza matematica di passare al turno successivo. Sappiamo bene, però, che poi ce l’ha fatta eccome. Non solo: si è addirittura spinto fino ai quarti di finale, mostrandosi cocciuto e determinato come, in tutta onestà, non lo si vedeva da tempo.

Matteo Berrettini ha giocato tre match coi fiocchi, soprattutto quello contro Alex de Minaur. Ha annullato tanti di quei set point che non si contano sulle dita di una mano, il che la dice lunga su quanta voglia avesse di andare avanti e di riassaporare le emozioni che erano all’ordine del giorno quando era il sesto miglior giocatore al mondo. Una vittoria sudata, difficilissima, ma estremamente rappresentativa di quanti passi in avanti abbia fatto il giocatore romano, che a detta di molti era ormai “finito”.
Durante quel match, è doveroso sottolinearlo, ne sono successe di tutti i colori. E sarebbe sbagliato pensare e dire che Berrettini abbia dominato dal primo all’ultimo istante, perché non è stato così. In alcuni frangenti ha rischiato di vanificare tutto e di perdere la possibilità di accedere al terzultimo atto del Masters 1000 di Miami. Un pensiero che lo ha “spaventato” al punto da innescare una reazione del tutto inaspettata.
Frustrazione Berrettini: quella frase ha terrorizzato i tifosi
Nel bel mezzo del momento più concitato della partita, a un passo dalla fine e durante un game che si è protratto per un quarto d’ora, Matteo, sempre molto severo con se stesso, si è lasciato andare ad uno sfogo durissimo.

Ha guardato verso il suo angolo, doveva sedeva l’allenatore Alessandro Bega, ed ha urlato una frase che può essere interpretata in un modo soltanto: “Me lo merito, me lo merito”, ha gridato dopo un doppio fallo che sarebbe potuto essere letale ma che tale, col senno di poi, non è stato. Intendeva dire che meritava di essere sconfitto, insomma, perché questo è esattamente ciò che pensava nel momento di massima frustrazione. Quando, ad un tiro di schioppo dalla fine del match, sembrava non riuscire a fronteggiare quell’ennesima difficoltà. E sarebbe stata una brutta botta, se davvero si fosse arreso a quel turbinio di emozioni negative.
Per fortuna, se c’è una dote che bisogna riconoscere a Matteo quella è senza ombra di dubbio la resilienza. Tant’è che il martello, tornato in sé, è riuscito a battere de Minaur e ha conquistare, dunque, il pass per il suo primo quarto di finale a Miami.