Matteo Berrettini l’ha fatta proprio grossa alle spalle dell’amico e connazionale Jannik Sinner: la verità su quello che ha combinato il romano.
Sbagliava chi credeva che l’epilogo del Masters 1000 di Indian Wells fosse già scritto e scontato. C’era una mina vagante alla quale non tutti, a quanto pare, avevano dato il giusto “peso”. Una mina vagante che, infatti, è riuscita nella non semplice impresa di far fuori nientepopodimeno che il campione uscente da uno dei suoi tornei del cuore.
La vera sorpresa di questa stagione è Jack Draper, la cui scalata al successo è iniziata sì svariati mesi fa, ma che solo adesso ha iniziato a produrre risultati concreti e incontrovertibili. Il britannico, dopo aver eliminato il favoritissimo Carlos Alcaraz, ha asfaltato – nel vero senso della parola – Holger Rune in una finale a senso unico. Sua è la coppa del torneo che si è giocato nel deserto californiano e sua è anche, grazie ai punti accumulati al Tennis Paradise, la top ten.
Era da tempo, da quando Rafael Nadal ha smesso di giocare in maniera continuativa, che non c’era un mancino piani alti del ranking mondiale. Presto potrebbe raggiungerlo Ben Shelton, ma al momento non c’è nessun altro che rappresenti questa categoria “élitaria”. “Nel tennis di oggi, giocare con la sinistra è un vantaggio – ha detto Draper – chi spinge sul mio rovescio mi fa un favore perché lo considero il mio punto di forza. Sono destro naturale, fino a quindici anni non sapevo fare nulla con la sinistra: so che può sembrare strano, anche vedendo il mio servizio, ma è così. Il mio dritto migliora di continuo, ma continuo a non sentirmi del tutto a mio agio da quella parte”.
Avrà quindi un altro temibilissimo avversario da domare, il nostro Jannik Sinner, quando, finalmente, scoccherà l’ora del suo ritorno in campo. I due sono molto amici e si sono affrontati solo due volte, vincendo un match ciascuno.
Non resta che capire, a questo punto, se la fiducia derivante dalla vittoria di questo Masters 1000 possa bastare per battere anche il numero 1 del mondo. Che dovrà certamente guardarsi le spalle da Draper, ma anche da Matteo Berrettini. Non tennisticamente parlando, sebbene anche il romano stia tornando piano piano in splendida forma, ma per quello che ha “combinato” alle spalle dell’amico altoatesino.
Il britannico ha ammesso, infatti, che il punto di svolta nella sua carriera è stata la finale vinta in rimonta, a Stoccarda, contro il martello azzurro: “Quel torneo mi ha dato maggiori certezze – ha spiegato Draper – Inizialmente ti senti spaesato a condividere spazi e ambienti con giocatori che prima guardavi soltanto in televisione, penso che per un ragazzo giovane sia fondamentale fare tante esperienze e acquisire insegnamenti da ogni torneo. Con la semifinale agli Us Open ho capito che sarei potuto arrivare in alto e le prime partite giocate in questo 2025 non hanno fatto altro che confermare le mie sensazioni positive”.
Questo contenuto è stato modificato 17 Marzo 2025 14:29
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