Jannik Sinner, è bastata una telefonata per stravolgere ogni equilibrio: gli indizi si moltiplicano, ma il dado non è ancora stato tratto.
Non un post sui social, non un’intervista. Jannik Sinner si è ritirato a vita privata, approfittando della squalifica per doping, e si sta dedicando, almeno presumiamo, solo ed esclusivamente al tennis. Scelta saggia, la sua, visto e considerato che quando gli ricapiterà mai di avere a disposizione così tanto tempo per lavorare sul fisico e per focalizzarsi sulla sua preparazione atletica?
Mentre lui è lì, da qualche parte in Francia, ad allenarsi in vista del grande rientro, previsto per i primi di maggio, non si fa altro che parlare di lui. Dell’assalto al suo trono, per esempio, ma non solo. Si continua a parlare con una certa insistenza anche del suo futuro, avendo confermato l’allenatore Darren Cahill l’intenzione di lasciare il team del numero 1 del mondo a fine stagione. E se, fino a questo momento, si è parlato senza cognizione di causa, adesso qualche indizio in più per formulare delle ipotesi realistiche c’è eccome.
Qualcuno sarebbe addirittura talmente bene informato sui fatti da aver regalato, nelle scorse ore, qualche spoiler di troppo. Quel qualcuno è Paolo Bertolucci, che è stato protagonista, insieme all’ex collega e amico di sempre Adriano Panatta, di una telefonata – così si chiama il loro podcast – rivelatrice. Una telefonata che ha chiarito tanti aspetti relativamente alla difficilissima scelta che Sinner dovrà fare tra non molto.
Nell’ultimo episodio del podcast, Panatta ha preso coraggio e ha chiesto a Bertolucci chi, a partire dal 2026, potrebbe prendere il posto del preziosissimo Cahill. Ed è stato allora che è saltato fuori che l’ex tennista sa tutto, o giù di lì.
Il campione ha iniziato a giocare e ha rivelato, per prima cosa, che non si tratterà di un coach italiano, ma straniero. Non un americano, però, ma, “al 90%” – parole sue – un europeo. Il talent di Sky ha poi aggiunto, incalzato da Panatta, che il personaggio in questione è stato un top ten o che, comunque, è stato a tanto così dall’esserlo. Ad una domanda più specifica sulle sue origini, Bertolucci ha poi deposto le armi: “Non farmi dire troppo”, ha chiosato.
Collegando i puntini, il primo nome in pole potrebbe es quello di Goran Ivanisevic, ex coach di Novak Djokovic. Sinner ha già assoldato, dal team di Nole, Panichi e Badio, per cui, anche in questo caso, potrebbe valere la regola del non c’è due senza tre. Il fatto, però, è che il croato è stato numero 2 al mondo e che questo dettaglio non si concilia troppo bene con l’incertezza di Bertolucci circa il best ranking dell’indiziato. Stesso discorso per Magnus Norman e per Ivan Ljubičić, Boris Becker e Carlos Moya. Che Paolo abbia solo voluto depistare tutti, con quell’informazione parziale?
Questo contenuto è stato modificato 11 Marzo 2025 17:35
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