Jannik Sinner, una verità a dir poco sconcertante: così le dichiarazioni inaspettate hanno lasciato i tifosi di tutto il mondo senza parole.
Sbaglia chi crede che Jannik Sinner non aspettasse altro che questo. Che abbia accettato senza scrupoli l’accordo che, dopo svariati mesi, ha raggiunto con l’Agenzia mondiale antidoping. Non è stato semplice: è stato difficilissimo, anzi, trovare la quadra e giungere ad un dunque, così come si evince dalle dichiarazioni rilasciate nelle scorse ore dall’avvocato del numero 1 del mondo.

Jamie Singer – sì, il suo cognome è curiosamente molto simile, guarda caso, fatta eccezione per una consonante, a quello del fenomeno altoatesino – ha vuotato il sacco ai microfoni di BBC Sport, soddisfacendo ogni curiosità degli spettatori e dei tifosi. Ha raccontato per filo e per segno, in effetti, quello che è accaduto dietro le quinte dell’accordo con la Wada, regalandoci anche delle indiscrezioni del tutto inaspettate.
Ha rivelato, in primo luogo, quanto sia stato difficile trovare un accordo. Perché se è vero che il pubblico non ne sapeva alcunché e che la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, è altrettanto vero che le parti coinvolte ne discutevano, a nostra insaputa, già da qualche giorno. Solo che, com’è giusto che sia, hanno mantenuto il riserbo necessario fino a che, finalmente, non si sono strette la mano addivenendo ad una soluzione.
Jannik Sinner osso duro: che fatica convincerlo
Attenzione, però: il fatto che sia stato raggiunto un accordo non significa che Sinner sia del tutto felice di come si sia conclusa questa bruttissima pagina della sua carriera.

“Convincere Jannik invece è stato complicato – ha confessato l’avvocato Singer a BBC Sport – Quando gli dicevo che forse avremmo dovuto accettare i tre mesi lui mi chiedeva perché avremmo dovuto farlo, visto che il tribunale indipendente non gli aveva comminato nessuna squalifica”.
“Il mio consiglio era sulla base del ‘non si sa mai’ – ha proseguito l’avvocato nell’intervista – Sapevamo che la Wada spingeva per un anno, se fossimo andati in tribunale nessuno poteva sapere che cosa avrebbero deciso i tre giudici. Per me tre mesi erano una buona possibilità, anche perché la Wada è venuta da noi in un periodo in cui non c’erano Slam all’orizzonte- La cosa che fa più arrabbiare è che un insider della Wada ha ammesso alla BBC che tra un paio d’anni, visto l’imminente cambio dei regolamenti, Sinner avrebbe ricevuto soltanto una tirata di orecchie“. Il tempismo, stavolta, non è stato il suo forte.