Jannik Sinner, i problemi non fanno altro che aumentare. Ci mancava solo questa: si è cacciato in un brutto guaio.
Qualcuno ha comprensibilmente tirato un sospiro di sollievo. Per qualcun altro, invece, tre mesi di squalifica sono decisamente troppi per un tennista che non aveva alcuna intenzione di doparsi assumendo del Clostebol. Le reazioni alla notizia dell’accordo con la Wada, insomma, sono state variegate e diversificate, com’è giusto che fosse.

Alcune di esse, però, sono state inaspettate. Come l’ “agguato” che la stampa tedesca ha teso al campione azzurro Jannik Sinner pubblicando un articolo che, per un attimo, ha fatto tremare tutti noi. Una premessa, prima di raccontarvi cosa sia accaduto, è doverosa: durante il periodo della squalifica, il numero 1 del mondo non potrà né allenarsi nei campi affiliati a una Federazione nazionale o internazionel, né fare pratica con dei tennisti che risultino attualmente iscritti al circuito maggiore.
Il timore è stato proprio questo: che il due volte vincitore degli Australian Open avesse violato questa seconda regola, mettendosi nei guai. Sì, perché ha fatto presto, lo Zeit Online, a gridare allo scandalo e ad insinuare che Sinner avesse combinato un pasticcio. Fortuna, almeno quello, che niente di tutto ciò sia poi effettivamente successo.
Sinner ci è cascato di nuovo: la prova in un video
Nell’articolo incriminato, i tedeschi hanno sostanzialmente evidenziato come, il 14 febbraio scorso, Jannik fosse in campo, a Doha – dove avrebbe dovuto giocare questa settimana – ad allenarsi contro il ceco Jiri Lehecka, come testimoniato da un video in loro possesso.

E fin qui non ci sarebbe nulla di male, se non fosse per un dettaglio: il patteggiamento con la Wada ha avuto effetto a partire dal 9 febbraio scorso, quindi, Sinner avrebbe violato il Codice mondiale antidoping. Ma il condizionale è d’obbligo, appunto, perché così non è. Il numero 1 non rischia nulla, dunque, men che meno il raddoppio del periodo di sospensione.
Il punto cruciale della questione risiede nel fatto che l’accordo con la Wada è divenuto ufficiale nel giorno di San Valentino e che non si può tenere conto, dunque, di quanto fatto da Jannik nei giorni che hanno preceduto il patteggiamento. Stavolta possiamo tirare un sospiro di sollievo, insomma. Sinner non ha violato nessun accordo e non si è reso responsabile del pasticcio che abbiamo temuto, fosse anche solo per qualche ora, avesse combinato. Anche perché la lezione, quello è poco ma sicuro, dovrebbe ormai averla imparata.