Jannik Sinner, la campionessa Aryna Sabalenka ha rilasciato delle dichiarazioni durissime: non riesce più a fidarsi.
Era inevitabile che se ne parlasse. Era il minimo, anzi, considerando che questa vicenda ha giustamente tenuto banco per un bel po’ di mesi. Così come, d’altra parte, potevamo intuire che la notizia dell’accordo tra Jannik Sinner e la Wada avrebbe scatenato una lunga serie di reazioni. Alcune delle quali, purtroppo, non del tutto positive.

Non ci soffermeremo, in questa sede, sul commento – prevedibilissimo – di Nick Kyrgios, che si è detto scontento del fatto che il numero 1 del mondo se la cavi con soli 3 mesi di squalifica. Ci interessa approfondire, adesso, un altro punto di vista. Quello, cioè, delle campionesse della Wta, che come i colleghi del circuito maschile ritengono che la vicenda Clostebol che ha riguardato l’azzurro rappresenti, in qualche maniera, una sorta di spartiacque tra il passato e il presento. Non in senso positivo, però.
Le tenniste, attualmente impegnate tra Doha e Dubai per i Masters 1000 che si disputano nel Golfo Persico, sembrano spaventate, piuttosto che stupite. Soprattutto Aryna Sabalenka, che ha rilasciato al The National delle dichiarazioni piuttosto spinose. “Inizi semplicemente a essere attenta a tutto, in modo quasi maniacale. Come? Ad esempio, prima non mi importava di lasciare il mio bicchiere d’acqua e andare in bagno in un ristorante. Ora invece mi sono imposta di non bere più dallo stesso bicchiere d’acqua. Diventi semplicemente ossessionata dalle cose e situazioni come queste ti salgono in testa… Un esempio: se qualcuno ha usato una crema su di te e tu risulti positiva, ti attaccheranno e non ti crederanno o cose del genere. Quel che è successo ti fa temere di tutto, sono spaventata dal sistema. Non vedo come potrei fidarmi del sistema“.
Paura nella Wta all’indomani della squalifica di Sinner
Non dorme sonni tranquilli neanche Jessica Pegula. “Ritengo che si debba fare qualcosa al riguardo – ha detto, riferendosi sempre alla questione del doping – perché sembra tutto davvero ingiusto. Non credo che nessuno dei giocatori si fidi del processo in questo momento. Zero. È solo una pessima immagine per lo sport”.

Anche Coco Gauff è di questo stesso avviso, mentre quella di Iga Swiatek è una voce fuori dal coro. Per ovvie ragioni, aggiungeremmo, considerando che la tennista polacca, proprio come Sinner, era risultata positiva la scorsa estate per via di un prodotto contaminato. La sua sospensione è durata un mese e non ci fu, nel suo caso, alcun ricorso da parte della Wada.
“Ogni caso è diverso – ha commentato l’ex numero 1 della Wta – A causa della situazione di Jannik o della mia, visto che siamo delle celebrità oltre a giocare a tennis, ognuno la vede da cento prospettive diverse. Cerco solo di attenermi ai fatti e di leggere i documenti. Confido che il processo alla fine sia stato equo. È l’unica cosa che faccio perché cerco di non giudicare”.