Sinner, la questione è chiusa ma il rischio raddoppia

Jannik Sinner, si chiude il cerchio dopo l’accusa di doping arriva durante la scorsa primavera: è anche peggio di quanto potessimo pensare.

Ci sono una notizia buona e una cattiva. La buona è che la Wada ha promesso, finalmente, di non fare più parola del caso di doping che ha coinvolto Jannik Sinner; la seconda è che l’Agenzia mondiale antidoping continua ad invocare, per il numero 1 del mondo, una punizione esemplare. E questo sebbene soli due mesi ci separino, a questo punto, dall’udienza al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna, in Svizzera.

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Sinner, la questione è chiusa ma il rischio raddoppia (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Che non intendesse concedergli alcun trattamento di favore lo si era intuito sin da quando, qualche mese fa, aveva presentato ricorso al Tas e contestato la decisione che, in precedenza, aveva preso l’Itia, ossia il tribunale indipendente. Il problema, però, è che la situazione si sta complicando sempre più e che il fenomeno di San Candido in questo momento rischia ancor più di quanto credessimo.

Se si era temuto, in prima battuta, che, nella peggiore delle ipotesi, potesse scattare per lui un anno di squalifica, la prospettiva ora è di gran lunga peggiore. Hanno fatto tremare i tifosi – e non solo loro, probabilmente – le parole di James Fitzgerald, portavoce della Wada, che ha rilasciato un’intervista al quotidiano italiano La Stampa.

Sinner, l’annuncio scuote i tifosi: è anche peggio di quanto pensassimo

Nelle dichiarazioni che ha rilasciato si concentra il Wada pensiero in merito alla vicenda più calda degli ultimi mesi, ed è proprio questo a preoccupare terribilmente il mondo del tennis.

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Sinner, l’annuncio scuote i tifosi: è anche peggio di quanto pensassimo (AnsaFoto) – Ilveggente.it

“La Wada ritiene – ha osservato il portavoce Fitzgerald – che la conclusione di ‘nessuna colpa o negligenza’ non fosse corretta secondo le norme correnti e richiede un periodo di sospensione compreso tra uno e due anni. La Wada non chiede la cancellazione di alcun risultato, salvo quelli già imposti in primo grado. Poiché la questione è ora pendente dinanzi al Tas, la Wada non commenterà ulteriormente”.

Non un anno solo, dunque, ma addirittura due. Una punizione esemplare, insomma, che speriamo il Tas di Losanna decida di non infliggere al numero 1 del mondo. Che sarà anche responsabile, sì, di non aver vigilato sull’operato dei membri del suo team come avrebbe dovuto, ma che non merita, per questo, di vedere distrutta la sua carriera e vanificati i suoi sacrifici.

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