Sinner travolto dalla sentenza: il verdetto è arrivato

Sinner travolto dalla sentenza sul doping: il verdetto adesso è finalmente arrivato. Ecco le parole di uno che conosce bene queste cose

Sempre al centro della polemica. Sì, perché non gli basta vincere l’Australian Open per trovare un po’ di tranquillità, Sinner, adesso, è dentro le cronache per la mancata partecipazione all’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che, forse, un po’ si è risentito visto che lo ha nominato per la vittoria appunto dello Slam australiano ma non lo ha fatto invece per la Coppa Davis. Gli altri erano tutti al Quirinale.

Sinner in conferenza stampa
Sinner travolto dalla sentenza: il verdetto è arrivato (Lapresse) – Ilveggente.it

Passerà, anche questa, tra poco tutti ci scorderemo di quanto è successo. E anche Sinner non ci penserà più. Che ha altri pensieri come sappiamo per la testa, una su tutti, ovvio, quello relativo al caso Clostebol con una sentenza del Tas di Losanna che arriverà a pochi giorni dalla Pasqua, il 16 aprile. E speriamo che Jannik possa vivere proprio il giorno della resurrezione e non il venerdì santo. Non si conosce al momento come andrà a finire, nessuno può fare delle previsioni, certo c’è chi, come Sandro Donati, sa benissimo invece come funzionano queste cose.

Sinner travolto dalla sentenza: le parole di Donati

Intervistato dal Corriere del Trentino, Donati – che conosce perfettamente come funziona l’antidoping – ha detto questo: “Mi sembra pulitissimo, è correttissimo dentro e fuori dal campo. Quando dice ‘se fossi stato colpevole non sarei riuscito a vincere’ ci leggo una cosa vera: è talmente sereno che non ha paura a confrontarsi con i poteri forti. Le sue prestazioni sono assolutamente regolari e ad altissimo livello”.

Sinner all'Australian Open
Sinner travolto dalla sentenza: le parole di Donati (Lapresse) – Ilveggente.it

“Quel quantitativo, quella concentrazione di Clostebol per la quale è stato sollevato tutto questo polverone, è irrilevante“. La stessa Wada “si rende conto che questa fattispecie di negligenza va ben al di là del concetto di doping. La interpretano come vogliono e alla fine la fanno diventare proposta di squalifica. È una cosa che non sta né in cielo né in terra, tanto è vero che stanno rimettendo mano alla regolamentazione“. “La Wada si trova in estrema difficoltà. Se chiudono il fascicolo così, tutti quelli colpiti da questa normativa assurda possono ricorrere e trascinarli in tribunale. Se invece lo condannano, sarà lui a difendersi. Perché che fai, blocchi la carriera di un atleta e i suoi guadagni con una motivazione di questo genere? Qualsiasi tribunale li massacrerebbe”. Insomma, tutto in alto mare. 

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