Sinner, la festa è finita: c’è poco da stare allegri

Nuova missione per Sinner: stavolta sarà durissima.

Uno sguardo d’intesa. Poi, l’abbraccio con il loro pupillo. Simone Vagnozzi e Darren Cahill lo sapevano già. Erano più che consapevoli del fatto che Jannik Sinner, il loro ragazzo d’oro, avrebbe stravinto anche quella edizione degli Australian Open. Perché, diciamocelo, ora come ora non c’è nessuno che sia in grado di tenergli testa sul cemento.

Sinner
Gongolano tutti tranne Sinner: c’è poco da stare allegri (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Non Alexander Zverev e neppure Carlos Alcaraz, che pure sembrava mosso, quest’anno, dalle migliori intenzioni. Era certo, a modo suo, di potercela fare, stavolta. Tanto è vero che aveva già deciso di tatuarsi, nell’eventualità di una vittoria, un canguro, così da completare la quaterna dei tatuaggi dedicati agli Slam. Dovrà conservarlo per un’altra volta, invece, perché nel Major di Melbourne non è neppure riuscito ad avvicinarsi al suo avversario altoatesino, con Novak Djokovic che lo ha sconfitto ai quarti di finale.

Il bello, in ogni caso, comincia proprio adesso. Se è vero che questo trionfo un po’ ce lo aspettavamo, avendo Jannik già trionfato sull’azzurro cemento australiano, la vera sfida avrà inizio solo una volta conclusa la prima parentesi sul cemento. Fino a questo momento il numero 1 del mondo non è mai riuscito ad imporsi in superfici diverse da quelle di Melbourne e di New York, per cui va da sé che la fase avvincente della stagione debba ancora entrare nel vivo.

Sinner, il peggio deve ancora venire

L’obiettivo del 2025, mentre tutti gongolano per il suo trionfo, sarà zittire quanti pensano che sulla terra rossa e sull’erba non sia in grado di fare bene quanto sulle superfici dure. Da qui, la necessità di fare altrettanto bene al Roland Garros e a Wimbledon, che al momento fanno parte dell’impero di Alcaraz. Cosa che, alla luce di questo, sappiamo essere piuttosto difficile.

Team Sinner
Sinner, il peggio deve ancora venire (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Se le quote non sono dalla sua parte, con i bookmaker certi che ancora non rappresenti un pericolo concreto per l’iberico, il suo coach, Simone Vagnozzi, è di tutt’altro avviso. “La sua superficie naturale è il cemento – ha detto a Ubitennis – Lo scorso anno ha giocato le semifinali a Parigi e i quarti a Wimbledon, l’anno precedente semifinale anche lì. Di sicuro la terra è un po’ più difficile, ma penso che possa giocare bene anche lì e provare a vincere il Roland Garros. Lo scorso anno a Wimbledon era stato un po’ sfortunato perché non era al 100% il giorno della sconfitta contro Medvedev, altrimenti avremmo avuto qualche piccola chance di vincere anche lì. Penso che abbiamo la possibilità di essere pronti a vincere Parigi e anche Wimbledon“.

“Mentalmente è davvero, davvero forte – ha poi aggiunto, come a voler motivare la sua previsione – Quando vuole qualcosa, prova a fare il meglio che può. Quindi a volte quando qualcuno parla di Jannik, citano solo i suoi colpi da fondo o la sua potenza. Ma per me, come coach, quando gli chiedi qualcosa, è capace di farla velocemente. E questo è un talento davvero importante sia per un tennista che per altri sport”. E non ci resta che sperare che abbia, ancora una volta, ragione lui.

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