Sinner, clamoroso ribaltone: la Wada depone le armi

Sinner, i segnali ci sono tutti: “Non esiste in nessun Paese”.

Diciamoci la verità: la cosa più incredibile è che Jannik Sinner riesca a giocare così nonostante penda, sul suo capo, un’accusa pesantissima. La primavera si avvicina e, con essa, il momento in cui il Tas di Losanna si pronuncerà in merito alla questione della sua positività al doping. Il rischio che venga squalificato per un certo periodo di tempo purtroppo c’è ed è concreto, eppure non ha influito in alcun modo sulla sua straordinaria tenuta mentale.

Sinner
Sinner, clamoroso ribaltone: la Wada depone le armi (AnsaFoto) – Ilveggente.it

La speranza è che la giustizia trionfi e che il numero 1 del mondo non debba pagare, come si teme, per una colpa che fondamentalmente non è sua. Perché, è giusto ricordarlo, la catena di negligenze è partita da due dei membri del suo team e non dal campione di San Candido. Un dettaglio di non poco conto, sebbene la Wada contesti il fatto che un tennista del suo calibro non dovrebbe essere così “leggero” rispetto a certe tematiche, ma tant’è.

C’è qualcuno, però, che confida in un ribaltone. Quel qualcuno è Massimiliano Ambesi, giornalista di Eurosport, che nelle scorse ore si è lasciato andare a delle riflessioni piuttosto interessanti sulla vicenda giuridica che coinvolge il re del ranking Atp. Lo ha fatto nel corso del consueto appuntamento con TennisMania, andato in onda, come sempre, sul canale YouTube di OA Sport.

Sinner, non può essere: parola di Ambesi

Il giornalista, partendo da una notizia recentissima, ha sviluppato un ragionamento che, così com’è, sembra non fare in effetti neanche una piega.

Swiatek
Sinner, non può essere: parola di Ambesi (AnsaFoto) – Ilveggente.it

“Nel caso di Swiatek (contro la quale la Wada non è ricorsa in appello, ndr) c’è una colpa e infatti è stata sanzionata – ha osservato Ambesi – nel caso di Sinner la strategia difensiva è volta a dimostrare come non ci sia alcuna colpa, ed è il motivo per cui il tribunale di ITIA ha deciso, se vogliamo, di archiviare il caso, dicendo ‘Per me non c’è colpa o negligenza, nessuna sanzione’. Lo scontro con Wada verte su quello, vedremo chi avrà ragione. Io sono convinto che ha ragione Sinner, lo dico da fine agosto, vedo che lentamente tanti esperti della materia sono venuti dalla mia parte, all’inizio non erano vicini a me, non avevamo la stessa direzione”.

“I vari casi che si stanno susseguendo uno dopo l’altro – ha aggiunto – anche la vicenda legata alla skip della squadra di curling, non fanno che confermare quello che noi diciamo da da mesi e mesi. Quindi non può rispondere Jannik Sinner per colpe di un collaboratore, legati alla sfera personale del collaboratore, non esiste in nessun Paese civile, in nessun ordinamento giuridico moderno, perciò vedremo come andrà a finire”. La Wada non avrebbe, a suo avviso, queste grandi armi giuridiche per “battere” Sinner. E non ci resta che sperare, a questo punto, che abbia ragione lui.

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