Sinner, la Wada ha deciso: sfuma il ricorso

Sinner, c’è una differenza sostanziale: ecco perché è andata diversamente.

Qualcuno potrebbe parlare di due pesi e due misure, ma non sarebbe del tutto corretto. La verità, infatti, è che le vicende di Jannik Sinner e Iga Swiatek, seppur apparentemente simili, sono in realtà molto diverse. E che, proprio alla luce di ciò, è del tutto normale che l’Agenzia mondiale antidoping – meglio nota come Wada – si sia comportata di conseguenza, adottando criteri diversi.

Sinner
Sinner, la Wada ha deciso: sfuma il ricorso (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Riavvolgiamo il nastro, però, prima di illustrare le novità delle ultime ore. Riteniamo sia doveroso ricordare, infatti, che la campionessa polacca, oggi numero 2 del mondo, qualche mese fa è risultata positiva alla trimetazidina. Notizia, questa, che aveva lasciato di stucco i tifosi, già scottati dal fatto che pure sul campione del ranking Atp pendesse la stessa accusa di doping.

Come da prassi, anche l’ex regina della Wta ha dovuto a chi di competenza una serie di prove che testimoniassero, eventualmente, la sua estraneità ai fatti. Si è attenuta a quanto richiestole, ma ha fatto un passaggio in più rispetto al fenomeno altoatesino: dopo la denuncia della contaminazione da parte dell’Itia, il tribunale indipendente che aveva scagionato Sinner da tutte le accuse, ha accettato una sospensione che l’ha tenuta lontana dal campo per un mese.

Sinner, poteva andare peggio: comunicato ufficiale

Un gesto che ha fatto la differenza, evidentemente, dal momento che Iga ha avuto una sorte assai diversa da quella che è spettata a Jannik. Che, lo ricordiamo, nel prossimo mese di aprile scoprirà cosa ne sarà di lui.

Swiatek
Sinner, poteva andare peggio: comunicato ufficiale  (AnsaFoto) – Ilveggente.it

La Wada ha deciso di non presentare ricorso relativamente al caso di positività della Swiatek, motivando la sua scelta con un comunicato molto chiaro. U  consulente legale esterno, chiarisce l’Agenzia, avrebbe valutato la situazione della polacca e stabilito che “la spiegazione della contaminazione dell’atleta fosse ben dimostrata, che la decisione dell’Itia fosse conforme al Codice mondiale antidoping e che non ci fossero basi ragionevoli per appellarsi al Cas”. Non farà ricorso, dunque, alla Corte arbitrale dello sport.

Questo perché, per l’appunto, “Swiatek ha accettato un periodo di ineleggibilità di un mese dopo che l’Itia aveva stabilito che il suo risultato positivo al test per TMZ era stato causato da un prodotto a base di melatonina contaminato, regolamento come medicinale in Polonia e acquisto presso una farmacia affidabile di quel paese”. Uno scenario che gli esperti hanno ritenuto plausibile e che ha “salvato” Iga, che nella peggiore delle ipotesi avrebbe dovuto affrontare la stella trafila che, volente o nolente, spetterà a Jannik.

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