Gongola Sinner, Kyrgios resta a guardare: prima di lui solo Federer.
Non una sola cosa di tutto quello che aveva desiderato per questi Australian Open si è realizzata. Nick Kyrgios non è riuscito, tanto per cominciare, ad andare al di là del terzo turno. E non ha avuto neanche l’onore di scontrarsi, come auspicava, con il numero 1 del mondo: si è dovuto accontentare di Jacob Fearnley, che lo ha schiacciato in soli tre set spegnendo i suoi sogni di gloria.
Il regolamento di conti nel quale ha sperato fino al sorteggio, dunque, non c’è stato. Con buona pace del giocatore di Canberra, che da mesi ha intrapreso una vera e propria crociata contro il tennista altoatesino perché poco convinto della buona fede dell’azzurro rispetto alla vicenda legata al Clostebol. E che potrebbe non aver preso bene, alla luce di ciò, la mossa messa in atto da Nike, il colosso che veste sia lui che l’avversario che tanto, a quanto pare, detesta.
Parliamo di Nike, che in occasione del primo Slam dell’anno nella terra dei canguri ha deciso di rimettere in pratica un’idea che, pur non essendo del tutto nuova, è comunque poco usuale. Nel 2014, il brand aveva deciso di “investire” in maniera ancor più massiccia su Roger Federer e, guarda caso, proprio negli ultimi tempi ha deciso di fare lo stesso anche con il suo pupillo iberico.
Il cambio d’abito di Sinner non passa inosservato: Kyrgios su tutte le furie
Qualcuno si sarà certamente accorto del fatto che Sinner non sta indossando sempre lo stesso completo, in questi Australian Open ormai giunti al giro di boa.
Ne sfoggia uno al mattino e uno quando gioca in fascia serale. Un “cambio d’abito” che non è affatto casuale, ma che denota, anzi, la stessa attenzione che Nike aveva riservato, a suo tempo, al campione svizzero. Il kit diurno è bianco, con le bande gialle che corrono sui fianchi; al calar del sole, invece, è tutto giallo. In entrambi i casi Jannik indossa le scarpe costumizzate che il colosso a stelle e strisce ha appositamente ideato per lui, quelle adornate dall’immagine di una volpe e dalle impronte lasciate dalle sue stesse zampette.
Non v’è dubbio, insomma, che sia lui ora come ora l’uomo immagine del tennis, cosa che presumiamo possa avere indispettito ulteriormente il finalista di Wimbledon 2022. Ma tant’è: Kyrgios non potrà altro che farsene una ragione.