Squalifica Sinner, annuncio appena arrivato e clamoroso dietrofront su quello che è successo. Le parole di un grande campione
Aprile. Ormai la data è ufficiale. In quel mese, il quarto del 2025, Jannik Sinner conoscerà il proprio destino. Sperando che tutto possa andare realmente per il verso giusto, sperando che tutto possa filare liscio come sarebbe, inoltre, giusto.
Si è discusso molto di quello che potrebbe succedere nel corso dei prossimi mesi e se ne discuterà ancora. Soprattutto se Jannik dovesse continuare a vincere. L’avventura dell’Australian Open è iniziata e tutti ci aspettiamo che l’azzurro possa riuscire, di nuovo, nell’impresa di imporsi. Sì, si tratterebbe indubbiamente di una vera e propria impresa viste tutte le pressioni che ci sono e visto tutto quello che sta succedendo attorno a lui. Non solo il caso Clostebol, ma anche gli attacchi di qualche collega e pure la morta della zia che non gli ha fatto passare delle vacanze di Natale serene. In tutto questo, ci aggiungiamo, anche il fatto che qualcuno ha detto che il suo caso, così come quello della Swiatek, macchierebbero la reputazione di questo sport. Ma così, secondo uno dei più forti tennisti di sempre, non è.
Squalifica Sinner, le parole di McEnroe
“Le recenti controversie sul doping – ha detto l’ex campione americano, nelle parole che sono state riportate da tennisworlditalia.com – non hanno danneggiato la reputazione del tennis, ma l’esistenza di un unico commissario aiuterebbe a chiarire la confusione che circonda i casi di doping. Non credo che abbia fatto danni perché, se si guarda al fenomeno, in altri sport è molto peggio. Secondo me, il tennis è più pulito di qualsiasi altro sport, anche se questo non significa che non ci siano problemi…”.
“Abbiamo bisogno di un commissario del tennis – ha continuato il sette volte campione Slam – che vada là fuori e parli a nome dei giocatori per difenderli o non difenderli. Il punto è che non abbiamo nessuno che parli per loro. Sembra che non succederà mai perché le persone sono troppo occupate, questi tornei proteggono i loro interessi. Si preoccupano di loro stessi, non si preoccupano abbastanza dello sport”.