Berrettini è stato ad un passo dal farlo: confessione shock.
Nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo sull’eventualità che chiudesse la stagione stabilizzandosi alle porte della top 30. Non sembrava possibile, del resto, che Matteo Berrettini riuscisse a risalire la china così velocemente e a lasciarsi alle spalle tutti gli infortuni e le emozioni negative che avevano caratterizzato, purtroppo, il suo 2023.
Eppure, come spesso accade, ci eravamo sbagliati. Non solo è tornato una volta per tutte, ma ha addirittura messo in bacheca tre nuovi titoli Atp e una Coppa Davis. Una vittoria, questa, che lo ha reso felice più di qualunque altro traguardo abbia mai tagliato in vita sua, perché laurearsi campione del mondo era, a quanto pare, uno dei sogni più grandi che aveva nel suo gigantesco cassetto dei desideri.
E forse non ci credeva più neanche lui, ad un certo punto. Non dopo aver attraversato tutte le tempeste che si è lasciato alle spalle e che, pur avendolo indubbiamente forgiato, lo hanno anche messo a durissima prova. Talmente tanto, addirittura, da averne parlato con estrema sincerità anche nel corso della nona puntata di Federico Buffa Talks, interamente costruita intorno alla sua figura e alle gesta di cui si è reso protagonista dal giorno in cui ha debuttato nel corso maggiore.
Berrettini, che lezione: ci è mancato pochissimo
Sappiamo bene che a Berrettini ne sono successe di cotte e di crude, ma quello che solo in pochi sanno è che tutti questi ostacoli, ad un certo punto, gli hanno fatto dubitare addirittura della sua passione per il tennis.
Ha pensato di smettere, il gigante di Roma, ma, per fortuna, le persone che gli sono accanto lo hanno convinto a desistere e a non demordere. Restano, tuttavia, le cicatrici di un periodo che è stato nero, nerissimo, difficile come pochi.
“A un certo punto – ha rivelato Berrettini nell’intervista rilasciata a Buffa, che andrà in onda il prossimo 27 novembre su Sky Sport e Sky Tennis, ma che sarà disponibile anche on demand – io giocavo perché dovevo e non perché volevo. Perché mi sentivo in dovere di dover tornare, perché mi sentivo in dovere di dover performare, quando fondamentalmente non volevo, non ero nelle condizioni di farlo”. Una confessione che mette i brividi e che sintetizza alla perfezione, come se non bastasse, quanto difficoltoso sia stato il percorso che ha affrontato per poter tornare tra i grandi del circuito.