Matteo Berrettini ha sudato freddo: ecco quale rischio ha corso.
Si torna sempre dove si è stati bene, dove si è stati felici. E ne sa qualcosa Matteo Berrettini, che, nelle scorse ore, archiviata la parentesi della pre-season in Spagna, ha fatto ritorno a casa. Trascorrerà il Natale in famiglia, ma anticipando cenone e pranzo del 25 perché proprio in quel giorno lì dovrà partire per l’Australia.
Prima di spiccare il volo per la terra dei canguri, però, si è concesso una tappa in un luogo a lui assai caro, vale a dire il circolo Aniene di Roma. Lì, quando era ancora adolescente, ha mosso i primi passi verso il successo, non sapendo ancora quante gioie e soddisfazioni gli avrebbe riservato, poi, il futuro. Nella Capitale, manco a dirlo, è stato sommerso dall’affetto dei tifosi ed anche di domande, considerando che la stampa gliene ha riservate, in effetti, un bel po’.
Prima gli è stato chiesto di parlare del suo passato ad Aniene, ma poi il discorso si è spostato, giustamente, sui giorni nostri e sul futuro. Ha parlato di ciò che è stato, dunque, ma anche di ciò che sogna per l’anno che verrà. “Per il 2025 – queste le parole dell’ex numero 6 del mondo – c’è tanto tennis spero, gusto di giocare, tanta voglia di fare bene, di sorridere e di allenarmi in modo intenso. L’anno scorso non ho giocato in Australia e c’è tanta voglia di giocare lì”.
Tutta colpa di Berrettini: doveva farlo a tutti i costi
Era doveroso riservare un passaggio, in mezzo a tutti questi buoni propositi per il futuro, anche ad uno degli eventi più bello del 2024, vale a dire la vittoria in Coppa Davis, che Matteo sognava da quando, lo scorso anno, era rimasto ai margini a guardare i suoi compagni di squadra che si godevano il trionfo a Malaga.
Stavolta ha potuto contribuire e il suo apporto è stato determinante in tutto per tutto. Soprattutto nel doppio del primo round, in occasione del quale ha duellato contro gli argentini in coppia con Jannik Sinner. Un sogno che si avverava per i tifosi, ma un potenziale “incubo” per il diretto interessato. “Cosa ho pensato prima del doppio contro l’Argentina? Che se perdo il doppio con Jannik – queste le parole di Berrettini – danno la colpa a me, bisognava vincere…”.
“Scherzo – ha poi aggiunto il romano – semplicemente avevo voglia di giocare, so giocare e mi piace giocare il doppio, ma non è semplice e il mio modo di giocare cambia. Avevo accanto a me il più forte giocatore del mondo, dopo quel doppio con Jannik è stato tutto in discesa”