Nessuna certezza per Berrettini: “Un’idea che mi spaventa”.
Porta sulle spalle il peso di un cognome importante. E troppo spesso è accaduto, in passato, che il suo status di “fratello di” venisse prima della sua individualità. Cosa inevitabile, purtroppo, considerando che nelle sue vene scorre lo stesso sangue di quello di uno dei campioni che hanno fatto la storia del tennis azzurro, vale a dire Matteo Berrettini.
Jacopo magari non avrà mai assaporato – ma mai dire mai – l’ebbrezza di stare in top ten e di giocare una finale Slam, ma anche lui ha immolato, come del resto ha fatto The hammer, la sua vita al tennis. E quella che si è appena lasciato alle spalle è stata, per sua stessa ammissione, l’annata migliore di sempre. Nel 2024, infatti, il 26enne romano ha raggiunto il suo best ranking, portandosi al posto numero 320 della classifica mondiale. Un risultato estremamente soddisfacente, arrivato nel momento in cui più ne aveva bisogno.
L’anno precedente era stato caratterizzato, infatti, da fin troppi infortuni. Che non hanno però minato, per fortuna, la sua voglia di giocare e la sua determinazione. Ha fatto tesoro dei momenti di difficoltà, anzi, per prendersi il maggior numero di soddisfazioni possibile e per ritrovare la continuità che serviva per raggiungere risultati migliori. Si è trasferito in Umbria, alla Tennis Training School di Foligno, e, da quel momento in poi, grazie all’aiuto di Umberto Rianna e del mental coach Stefano Massari, gli eventi hanno preso una piega inaspettata.
Berrettini vuota il sacco: “Troppe le difficoltà da affrontare”
Sebbene le cose siano nettamente migliorate nell’ultimo anno, Jacopo Berrettini non riesce a vedere il bicchiere completamente pieno. C’è qualcosa, anzi, come si evince dall’intervista che ha rilasciato a Ubitennis, che lo turba.
“A livello umano – queste le sue parole – mi motiva il fatto che ci siano tante difficoltà da affrontare. Viaggiare, gestire i rapporti durante i viaggi, stare tanto fuori casa. Mi motiva molto anche quel fuoco che senti dentro quando competi, quella cosa lì a me fa stare bene. Quando mi sveglio la mattina della partita provo una sensazione bellissima. Mentre mi spaventa un po’ il futuro, perché come ben sai il tennis è uno sport d’élite. Campare giocando a tennis non è facile finché non raggiungi un certo livello”.
“Senza voler sembrare presuntuoso, io mi ritengo un ottimo giocatore e in altri sport so che avrei una tranquillità economica molto diversa adesso. È brutto da dire ma anche quello fa tanto. Mi spaventa pensare di non riuscire a raggiungere nei prossimi anni la stabilità economica che mi possa permettere di continuare a fare questo nella vita“. Un rischio purtroppo concreto, quello paventato dal più piccolo di casa Berrettini, che con questa intervista ha dato voce a molti aspiranti campioni del circuito Challenger che, esattamente come lui, hanno tanti timori nei confronti del futuro.