Sinner, che botta: è successo nel momento peggiore.
Con loro ha parlato di tutto un po’. Dei progressi fatti negli ultimi tempi, del rapporto con il suo coach, perfino dei buoni propositi per il futuro, inclusi quelli relativi alla “gestione” degli affetti. Chiacchierando con i giornalisti di Esquire Australia, insomma, Jannik Sinner si è aperto come mai, forse, aveva fatto prima d’ora.
Lo dimostra il modo, sincero e spontaneo, in cui, ad un certo punto, ha affrontato il tema più delicato di tutti. Perché era inevitabile che, nell’ambito di una tale intervista a tutto campo, gli venisse chiesto di riavvolgere il nastro e di parlare, tra le altre cose, anche del periodo, nerissimo, in cui ha scoperto di essere risultato positivo ai test antidoping. Una ferita che ancora non si è rimarginata perché la questione, come noto, è tutt’altro che chiusa, con la Wada che dovrà pronunciarsi in merito al caso e stabilire, dunque, se l’azzurro “meriti” o meno una squalifica.
Le parole che Sinner ha scelto per affrontare questo argomento dicono bene quanto il campione abbia sofferto e quanto sia stata dura, soprattutto, sopportare il peso di tale notizia. Anche perché Jannik ha scoperto che c’era in corso un’indagine sul suo conto molto tempo prima che lo venisse a sapere il resto del mondo. Cosa che, per ovvie ragioni, ha reso la situazione ancor più pesante.
“È stato un periodo duro – così ha risposto Sinner alle domande di Esquire relative all’affaire Clostebol – Non potevo parlarne con nessuno. Non potevo sfogarmi o chiedere aiuto. Tutte le persone che mi conoscevano e mi guardavano giocare capivano che c’era qualcosa che non andava in me. Ho avuto notti insonni, perché anche se sei certo della tua innocenza, sai che queste cose sono complesse”.
“Tutti hanno detto subito la verità e questo mi ha permesso di giocare – ha aggiunto – Ma a Wimbledon ero bianco. E anche dopo, il mio sentimento verso le persone era di paura. Sono andato ad allenarmi alla Clubhouse di Cincinnati e ho pensato: ‘come mi guardano? Cosa pensano veramente di me?’. Ho capito chi sono i miei veri amici” ha dichiarato alla rivista australiana.
Per fortuna, qualcosa di buono è successo anche, nel corso di questo 2024. “Sono cresciuto tantissimo quest’anno, sia mentalmente che fisicamente. I risultati che vedete ora non sono improvvisi. Sono il frutto del duro lavoro che abbiamo svolto negli ultimi due anni. Sono figlio di uno chef e so che non si inizia a cucinare un buon piatto in pochi minuti. Si studia, si capisce, si prova e si riprova, poi il piatto finale sarà buono”.
Questo contenuto è stato modificato 5 Dicembre 2024 07:33
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