Sinner, tragedia sfiorata: ci è mancato pochissimo, pericolo scampato.
Il colore predominante è l’arancione. Una sfumatura che rievoca, manco a dirlo, quella dei suoi voluminosi capelli ricci, tratto distintivo del suo aspetto esteriore. Peccato solo che quell’oggetto non fosse innocuo quanto lo è Jannik Sinner, che ha il solo merito di aver regalato grandi soddisfazioni agli italiani e fatto venire i brividi, in più occasioni, ai tifosi di tutto il mondo.
E chissà come avrà reagito quando ha scoperto che qualcuno, in provincia di Napoli, si era servito del suo nome per lanciare sul mercato un oggetto non pericoloso, di più. Già in passato era stato fatto lo stesso con Maradona e, adesso, è toccato anche al numero 1 del mondo prestare il proprio nome ad un ordigno realizzato in occasione delle ormai imminenti festività natalizie.
Si chiama bomba Sinner ed è stata prodotta, in particolar modo, per il prossimo Capodanno. Fortunatamente, però, grazie al tempestivo intervento da parte delle forze dell’ordine, nessuno di questi petardi arancioni esploderà allo scoccare della mezzanotte e dell’anno nuovo. Il maxi sequestro delle scorse ore, infatti, dovrebbe aver messo un freno alla diffusione di questo “candelotto” ed evitato, di contro, che qualcuno entrasse in contatto con questo pericolosissimo ordigno.
C’erano tantissime bombe Sinner, infatti, potenzialmente capaci di staccare di netto una mano al momento di esplodere, tra i ben 486 ordigni illegali che le forze dell’ordine hanno rinvenuto in un appartamento di Pozzuoli.
C’erano circa 50 chilogrammi di materiale esplosivo nell’abitazione del 24enne che è stato prontamente tratto in arresto. E che, nei giorni immediatamente precedenti all’operazione, aveva cercato di diffondere tramite i social l’arrivo dell’ordigno dedicato al numero 1 del mondo. Si poteva ordinare tramite web: l’uomo le avrebbe spedite in tutta Italia senza problemi, cosicché tutti potessero festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo rendendo omaggio, al tempo stesso, al campione che ha reso indimenticabile il 2024.
Il materiale esplosivo, così come accertato dalle forze dell’ordine, era stato prodotto in Cina. Era arrivato in Italia, però, in diversi momenti: si era provveduto ad effettuare un maggior numero di spedizioni, infatti, affinché il quantitativo non destasse sospetti. Nessuno aveva fatto i conti, però, con i rischi legati all’operazione di marketing tramite social, che in breve tempo ha messo i carabinieri sulle tracce del 24enne di Pozzuoli.
Questo contenuto è stato modificato 24 Novembre 2024 11:50
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