Berrettini lascia tutti a bocca aperta: le parole del campione.
Momenti belli, momenti brutti. La carriera sportiva di Matteo Berrettini è stata, fino a questo momento, un vero e proprio saliscendi di emozioni. Un attimo prima era all’All England Club che toccava il cielo con un dito per la prima volta; quello subito dopo, a novembre dell’anno che ha cambiato per sempre la sua vita, era in clinica e si sottoponeva a degli esami diagnostici a causa del primo di una lunghissima serie di infortuni.
Gestire questa altalena di avvenimenti non deve essere stato semplice per lui. Non ha mai fatto mistero, alla luce di ciò, di avere attraversato momenti molto bui e di aver più volte valutato, addirittura, l’ipotesi di uscire di scena, non fosse altro per evitare di sopportare altre delusioni ancora. Alla fine, però, complici la sua tenaglia e la sua bellissima famiglia, che mai lo ha abbandonato nel momento del bisogno, ha sempre risalito la china. E adesso che è tornato, la speranza è che sia per sempre, o giù di lì.
Non tutti i mali vengono per nuocere, però, tanto è vero che, per quanto dolorosi, questi momenti di buio pesto lo hanno in qualche modo forgiato. Berrettini non è solo uno straordinario singolarista che a lungo ha stazionato in top ten, ma è anche un ragazzo molto saggio, capace di riflessioni profondissime ed estremamente lucide. Come quelle, per l’appunto, che nei giorni scorsi ha affidato al magazine GQ, al cospetto del quale si è messo a nudo ancora una volta.
Berrettini si mette a nudo: più di così non si può
“Questo sport – ha detto Berrettini in merito al tennis – mi ha aiutato a conoscermi in maniera veramente molto profonda: per quanto mi riguarda non si possono avere segreti“.
“Per arrivare ad affrontare determinate situazioni devi conoscerti a fondo e scandagliare tutte le sensazioni che ti attraversano – ha aggiunto – tanto i momenti belli, quanto i punti di forza e le paure: quando entri in campo il tennis ti mette a nudo. Se c’è qualcosa che ti innervosisce, qualcosa che ti lavora dentro anche a livello inconscio, nel 99,9 per cento dei casi quel pensiero arriverà in campo, non si scappa“.
“Non importa quanto grandi siano i tuoi problemi – ha concluso – devi risolverli prima di iniziare a giocare, solo a quel punto sarai libero di giocare, di performare e divertirti, altrimenti è difficile farlo”. Un consiglio da campione di cui le nuove leve farebbero bene a far tesoro.