Doping, la sentenza su Sinner è chiarissima: è andata così.
La presenza dei tifosi a Torino era importante non solo per la macchina organizzativa delle Nitto Atp Finals, che ancora una volta si è mossa in maniera eccellente ed ineccepibile. Era fondamentale che il popolo del tennis accorresse nella città della Mole soprattutto perché il torneo dei Maestri è coinciso con un momento molto delicato della carriera di Jannik Sinner.
Sanno tutti, ormai, che il numero 1 del mondo è in attesa che il Tas di Losanna si pronunci, una volta per tutte, a proposito della sua difficilissima situazione. Il campione, come noto, è stato accusato di aver fatto uso di sostanze dopanti: l’Itia aveva dimostrato che la contaminazione era avvenuta in maniera del tutto casuale, ma la Wada ha respinto la sentenza del tribunale indipendente e ha presentato ricorso. L’azzurro è in attesa di capire, dunque, cosa ne sarà del suo futuro.
Apparentemente sta bene, ma è del tutto scontato che dentro di sé covi una moltitudine di emozioni. Tra cui la paura, sicuramente, dovuta al fatto che, nella peggiore delle ipotesi, rischia addirittura la squalifica. E per lui, che si professa innocente e sostiene di non aver fatto volontariamente ricorso al Clostebol, sarebbe molto dura da accettare. Ma tant’è: la sola cosa che possiamo fare, ora come ora, è aspettare e tenere le dita incrociate nella speranza che il cammino del re del ranking non venga bruscamente interrotto.
Chi è certo della sua innocenza è Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana tennis e padel, che è tornato sull’argomento nei giorni scorsi, durante le Finals.
“A parte qualche imbecille – questo il verdetto di Binaghi – la gente in tutto il mondo capisce cosa è successo. Non importa che tipo di decisione venga presa, non c’è dubbio che Sinner sia uno degli atleti più puliti e onesti nello sport mondiale“. Un passaggio lo ha poi riservato al pubblico di Torino, la cui presenza, come dicevamo, ha un valore simbolico importantissimo: “Non ci sono spettatori stranieri, sono tutti italiani. Abbiamo 30.000 stranieri in meno rispetto all’anno scorso. Dividiamolo per le 15 sessioni e sono 2.000 in meno per ogni sessione”, ha dichiarato a The Associated Press.
Sinner, invece, cerca di non lasciar trasparire troppo quello che prova. “Mi sono trovato in questa posizione già altre volte – ha detto, riferendosi alla sentenza – ho avuto già tre udienze e quindi sono abituato a queste cose. Ovviamente non mi piace stare in questa posizione ma continuerò a lavorare e vedremo cosa ne uscirà fuori“.
Questo contenuto è stato modificato 16 Novembre 2024 16:26
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