Sinner sfida Fritz alla Finals, ma in ballo c’è molto più di quello che si pensa.
È l’8 settembre 2024. In un Flushing Meadows gremito più che mai, Taylor Fritz scende in campo per la partita della vita. La sua prima finale Slam, un’occasione irripetibile per far bene e per conquistare un titolo di quelli che cambiano la vita. Ma sa bene, il campione a stelle e strisce, che assicurarsi quella vittoria potrebbe non essere così facile.
Gioca in casa e questo, talvolta, può fare la differenza, è vero. Eppure, al di là della rete, c’è uno di quegli ossi che definirli duri non renderebbe bene l’idea. L’altro finalista dell’edizione 2024 degli Us Open è nientepopodimeno che il numero 1 del mondo, Jannik Sinner, in stato di grazia nonostante sul suo capo penda l’accusa, pesantissima ma per lui ingiustificata, di doping. Nonostante abbia un talento fuori dal comune, malgrado l’azzurro sia un avversario sempre ostico, lo statunitense ha comunque una bella “sensazione”.
“Affrontare il numero 1 del mondo non è mai facile – aveva detto Fritz alla vigilia dell’atto conclusivo dello Slam americano – ma quando ci siamo incontrati, mi sono sempre sentito a mio agio. È come se il suo ritmo favorisse il mio gioco. Ho la sensazione che domenica andrò in campo, giocherò un gran tennis e vincerò, dimostrando di essere abbastanza bravo per diventare un campione da Grande Slam”.
Sinner-Fritz secondo atto: c’è aria di “vendetta”
Le cose non sono andate come Taylor aveva sognato. Ad avere la meglio è stato, come noto, Jannik Sinner, che trionfando nella Grande Mela ha conquistato di fatto il suo secondo titolo del Grande Slam.
Guai a pensare, però, che Fritz abbia digerito questa sconfitta come se niente fosse. Il fatto che pensasse di poter battere l’altoatesino gli ha causato, di contro, una certa amarezza. Amarezza che porterà con sé, di sicuro, anche oggi, in campo. Alle Nitto Atp Finals 2024 dovrà nuovamente affrontare il fenomeno di San Candido, il che ci fa pensare che sarà uno scontro animato, all’insegna delle scintille. Soprattutto se si considera che, all’indomani del ko a New York, l’americano si era lasciato andare ad una certa riflessione.
“Mi guarderò sempre indietro alla finale – aveva detto – e rimarrò deluso; però non necessariamente deluso perché ho perso. Deluso perché penso che avrei potuto giocare molto meglio in alcuni momenti”. Che sia giunto ai piedi della Mole con la voglia di “vendicarsi”? Non lo escludiamo. Ma non escludiamo neppure che Sinner faccia di tutto per evitare che Fritz prenda il sopravvento.