Dramma Sinner: in una lunga intervista rilasciata a Sky Sport il campione del tennis ha fatto una rivelazione choc. Le sue parole
Ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport, Jannik Sinner. Dove si è rivelato al mondo – se mai davvero ce ne fosse bisogno – per il ragazzo che è: buono, mite, che pensa a quello che deve fare nello sport e che in questo momento ha pure un enorme peso sulle spalle che, prima o poi, dovrà in qualche modo togliersi.
La positività al Clostebol, l’assoluzione, poi la richiesta della Wada al Tas di Losanna contro il provvedimento. Tutto questo è successo nel 2024, un anno che sotto l’aspetto sportivo è stato magnifico con due Slam vinti, i primi due della carriera, che hanno fatto conoscere al mondo un personaggio incredibile e uno sportivo splendido. Sinner chiuderà da numero uno al mondo, ma con quel verdetto che un po’ il sonno glielo toglie.
Dramma Sinner, le parole sono taglienti
“Non sapevo – ha riflettuto – come dovevo comportarmi io, non sapevo cosa sarebbe uscito, non sapevo cosa sarebbe successo con il team. Non mi potevo aprire con tante persone. Era facile perdere il controllo. Non dormivo, come la sera prima del match contro Medvedev a Wimbledon. Una mattina invece mi sono svegliato e ho realizzato che anche la decisione del giudice non dipendeva da me ma che io non avevo fatto nulla di sbagliato“.
“All’Us Open il caso era già di dominio pubblico – ha continuato Sinner – e ho cambiato il mio programma di allenamento: mi sono allenato di sera, così ci sarebbe stata meno gente. Mi guardavo intorno per osservare gli sguardi degli altri per capire cosa pensassero veramente. Mi sono fatto tante domande. In fondo sono convinto che niente succede per caso, e forse questo è successo proprio per capire chi è tuo amico e chi non lo è”. “Ho capito – ha chiuso – che ci sono tanti giocatori che non pensavo fossero miei amici e lo sono e c’è una quantità abbastanza grande che pensavo fossero amici e invece non lo sono. E a me questo alla fine non dico che mi ha fatto bene, però mi ha fatto capire tante cose. Sono contento di come l’ho gestita perché era molto difficile. Sono felice quando vado in campo e mi metto il cappellino, in campo mi sento al sicuro”.