Jannik Sinner, il rischio è concreto e le conseguenze potrebbero essere disastrose: è sul punto di crollare.
Ha vinto talmente tanto che, a questo punto, è ad un passo dal superare il record che in questo momento appartiene ancora a Novak Djokovic. 8 anni fa il serbo si è assicurato il primato assoluto in termini di montepremi vinti sul campo e Jannik Sinner, adesso, gli sta con il fiato sul collo. Nel caso in cui, infatti, dovesse imporsi a Parigi Bercy e vincere le Finals di Torino da imbattuto, supererebbe la somma che l’ex numero 1 del mondo incassò nel lontano 2015.
Al di là del discorso prettamente economico, dunque, non v’è dubbio sul fatto che quello che ci stiamo lasciando alle spalle sia stato un anno straordinario per il campione altoatesino. Ha vinto qualunque cosa potesse vincere e non sembra avere ancora intenzione di fermarsi. E sarebbe tutto perfetto, se non fosse per un “solo”, ma purtroppo per nulla irrilevante, problema: il rischio di squalifica che pende, ormai da svariate settimane, sul capo del re del ranking Atp.
Il caso doping è tutt’altro che chiuso: la Wada ha presentato ricorso al Tas di Losanna, per cui non è dato sapere se la sentenza dell’Itia verrà ribaltata o meno. Certo è che se dovesse accadere, e se il Tas dovesse prendere dei provvedimenti contro Sinner, a risentirne sarebbe non solo il campione altoatesino, ma l’intero circuito.
Sinner, pericolo concreto: Connors suona l’allarme
E Jimmy Connors, ex tennista e allenatore statunitense, non è sicuro del fatto che le conseguenze di una tale e drastica decisione possano giovare al mondo del tennis.
Anzi, nel podcast Advantage Connors, che conduce insieme al figlio Brett, Jimbo è convinto dell’esatto contrario. Lo ha detto a chiare lettere, prendendo le parti dell’italiano e sganciando una vera e propria bomba: “Non credo che il tennis possa sopravvivere alle conseguenze della squalifica di un giocatore di così alto livello – ha osservato il campione dell’Illinois – Hanno dimostrato in passato di non aver paura di colpire giocatori di livello inferiore e metterli fuori dal gioco. Ma non so se il tennis a quel livello reggerebbe“.
No Sinner no party, dice sostanzialmente, certo com’è che il circuito possa non essere in grado di far fronte, in caso di squalifica, alla perdita del campione sul quale, ora come ora, si erge praticamente qualunque cosa. E speriamo solo, allora, che non accada ciò che più temiamo.