Matteo Berrettini, la smentita inaspettata ha lasciato tutti di sasso, perfino Jannik Sinner: solo bugie e nulla più.
Non si può dire che quella che a breve si lascerà alle spalle sia stata una stagione straordinaria ed indimenticabile. Così come, del resto, non si può neanche dire che, al contrario, sia stata disastrosa. Possiamo definirla, al massimo, altalenante, nella misura in cui Matteo Berrettini, pur avendo giocato relativamente poco rispetto ai suoi colleghi di circuito, è riuscito comunque ad assicurarsi tre titoli.
Ha fatto molto bene, dunque, in alcuni degli appuntamenti ai quali ha presenziato. Un po’ meno in altri, ma non bisogna dimenticare che è pur sempre un giocatore che ha fatto i conti con diversi acciacchi fisici e che, alla luce di ciò, ha purtroppo perso molto tempo. Fermo restando, almeno quello, che è stato molto più continuo che in passato, segno che ha imparato a “domare”, forse, il suo corpo, ossia a prevenire, in parte, gli infortuni che a lungo gli hanno dato il tormento.
Ma c’è un altro dato ancora sul quale vale decisamente la pena soffermarsi. A dispetto di quanti ritengono che nel 2024 abbia combinato poco, l’Atp ha stilato una graduatoria che ci dice l’esatto contrario e che smentisce molte, strampalatissime, teorie. Che conferma, attraverso i numeri, il fatto che Berrettini è tutt’altro che finito, come sostengono tanti detrattori. E che possiede ancora tante, forse addirittura molte, cartucce da sparare.
La graduatoria in questione si chiama Serve Leaders e tiene conto delle ultime 52 settimane. Il punteggio dei tennisti in classifica si ricava sommando i punti vinti grazie alla prima di servizio, le percentuali di prime servite, i punti vinti sulla seconda e i game vinti al servizio. Da questa somma si sottrae, poi, la media di doppi falli commessi in ogni match e si aggiunge, infine, la media di ace collezionati in ogni incontro.
E indovinate un po’? Questa graduatoria ha premiato proprio l’azzurro Berrettini, che è primo e che ha totalizzato, alla luce dei dati di cui sopra, un punteggio complessivo di 298.1. Ha fatto addirittura meglio del numero 1 al mondo, vale a dire Jannik Sinner, che è quinto con 294.5. E ha fatto meglio anche di altri titani del circuito, come Alexander Zverev, Hubert Hurkacz e Taylor Fritz.
Chi non è riuscito ad agguantare, in questo caso, neppure la top 10 è Carlos Alcaraz, che si piazza 13esimo con uno score di 283.8, più basso di quello di Novak Djokovic che si è fermato, dal canto suo, a quota 288.1.
Questo contenuto è stato modificato 22 Ottobre 2024 17:05
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