Jannik Sinner, questo cambio di programma davvero non ce lo aspettavamo: prima volta in assoluto, è davvero clamoroso.
Prima che scoccasse l’ora del Six Kings Slam, il faraonico torneo dei re organizzato dall’Arabia Saudita, erano in una situazione di perfetta parità. Su un totale di 14 incontri, ne avevano vinti esattamente 7 a testa. Una statistica che suggerirebbe, in teoria, che vi sia un sostanziale equilibrio tra loro, benché in occasione dell’ultimo match uno abbia letteralmente fatto un sol boccone dell’altro.
I tennisti di cui parliamo sono, come avrete probabilmente intuito, Jannik Sinner e Daniil Medvedev, che si sono affrontati al primo turno del torneo di esibizione che sta animando, in questi giorni, la città di Riyad. Un evento nuovo di zecca, unico nel suo genere, che mette in palio un prize money che fa venire l’acquolina in bocca. Il vincitore porta a casa 6 milioni di dollari, mentre ne spetta 1 e mezzo a tutti gli altri, indipendentemente da quante partite avranno giocato alla fine del torneo e da loro piazzamento.
Il che sta a significare, fatti due conti, che il tennista russo, ora quinto nel ranking Atp, ha macinato 21mila dollari al minuto, giocando contro il suo avversario altoatesino. Sono rimasti in campo per 68 minuti, ma lui porterà comunque a casa un assegno dall’importo molto simile a quelli che vengono staccati per i vincitori degli Slam.
Sinner, è tempo di arrendersi: ha cambiato idea
Peccato solo che Medvedev lascerà l’Arabia Saudita con un “macigno” in tasca, insieme a tutti quei soldi. Già, perché la batosta rimediata al torneo dei re per mano del numero 1 del mondo lo ha costretto a guardare in faccia la realtà e a deporre le armi.
“Non ho mai giocato, secondo me, contro qualcuno che abbia giocato come Jannik oggi – ha confessato Daniil in conferenza stampa, a partita finita – Non riuscivo a fare nulla. Non sapevo cosa fare”. C’è dell’altro. Il russo ha ammesso anche di aver cambiato idea relativamente ad una delle sue convinzioni meglio radicate. Un ribaltone tanto inaspettato quanto clamoroso, se vogliamo.
“Di solito penso a Jannik come un po’ più costante, più simile a una macchina, mentre Alcaraz è un po’ più, sai, altalenante con qualche colpo di classe. Ma quando Carlos è al massimo del suo gioco, lo considero leggermente migliore. Ma parliamo del massimo livello. Oggi ho cambiato idea. Non ho mai giocato contro qualcuno che abbia giocato come Jannik oggi. È stata una sensazione difficile in campo perché mi sentivo bene, stavo combattendo bene; fisicamente mi sentivo bene. Il mio tennis non era così male, e ho perso, cosa che non ricordo fosse mai successa. È andata così”.