Tifosi in ginocchio: Hamilton, prossimo all’avventura in Ferrari, ha aperto il cuore in un’intervista. Ecco i momenti difficili che ha passato
Ci siamo. Ormai mancano solamente sei gare alla fine del campionato, poi Lewis Hamilton toglierà la bella tuta grigia della Mercedes e indosserà quella di un colore più acceso, e decisamente meravigliosa, della Ferrari. Hamilton in rosso, un sogno per tutti, anche per lui come ha raccontato in più di una circostanza.
Il sette volte campione del mondo è pronto a sedersi dentro la monoposto della scuderia di Maranello. Lui non vede l’ora e l’attesa e giustamente tanta anche da queste parti. Un innesto del genere indica solamente una cosa: la volontà da parte del Cavallino Rampante di tornare a splendere, di tornare a vincere. O, per meglio dire, e questo sarebbe già un grosso e importante passo avanti, tornare ad essere competitiva. Sorrisi quindi, gioie, emozioni belle. Che Hamilton vive da quando è uno dei piloti più forti della storia. Ma è sempre stato così? No, perché è stato l’atleta, che ha concesso un’intervista al Sunday Times, a spiegare con emozione quello che ha passato nel corso degli anni, soprattutto quando ancora non era quello che è.
Tifosi in ginocchio: le parole di Hamilton
“Non parlavo con nessuno quando era piccolo. La pressione delle corse, il bullismo, le difficoltà che avevo a scuola, da quando sono piccolo che lotto con la salute mentale, da 13 a 20 anni ho vissuto periodi difficili con la depressione. Non era molto utile andare dalla psicologa, oggi però ci andrei. Sentivo che vivevo delle ingiustizie ma non me la sentivo di parlare. Quando il tappo è scoppiato con l’omicidio di Geoge Floyd, è venuta fuori tutta questa emozione, è stata un’esperienza strana. Non piangevo così da anni. Alcuni rimangono in silenzio perché si sentono senza voce, io ho questa piattaforma”.
Parole toccanti che colpiscono. Parole che fanno capire che non è facile per nessuno. Sì, adesso è tutto diverso: Hamilton ha fama, soldi ed è amatissimo. Ma il ricordo di quei momenti lo attanaglia ancora: difficile, se non impossibile, mettersi alle spalle la depressione e l’auto-isolamento.