Jannik Sinner, che ci piaccia o no il conto alla rovescia è già ufficialmente iniziato: sei mesi di fuoco per l’azzurro.
La notizia ha sorpreso un po’ tutti, il diretto interessato in primis. Perché Jannik Sinner, come d’altra parte la stampa italiana e il popolo del tennis, erano certi che il peggio fosse ormai alle spalle. Che mai più, o quasi, si sarebbe sentito parlare del caso relativo alla positività da Clostebol, sul quale aveva fatto luce l’Itia.
Il tribunale indipendente aveva sancito l’innocenza del numero 1 del mondo e sottolineato, sulla base delle prove da lui fornite, che la contaminazione era avvenuta in maniera assolutamente accidentale. Per mezzo, come si ricorderà, di un massaggio effettuato dal suo fisioterapista a mani nude. La versione fornita dal campione, ampiamente documentata e ricostruita, non deve aver convinto del tutto, però, la Wada. L’Agenzia mondiale antidoping ha deciso di presentare ricorso, infatti, contro la sentenza emessa lo scorso 19 agosto.
La notizia è arrivata nel fine settimana e, rispetto ad essa, Sinner si è definito “deluso e sorpreso”. Proprio perché, appunto, era riuscito a fornire al tribunale indipendente tutte le prove necessarie per dimostrare che l’assunzione del Clostebol non era stata volontaria. Anche l’Itia, dal canto suo, ha accolto la decisione della Wada con estremo stupore, al punto da avere diffuso, nelle scorse ore, un comunicato che sa di replica all’Agenzia.
Sottolineando che la Wada ha tutto il diritto di presentare ricorso, l’Itia ci ha tenuto a specificare che “il processo è stato condotto secondo le linee guida del Codice mondiale antidoping”.
Nonostante questo, attorno alla figura di Sinner aleggia lo spettro di una possibile squalifica da 1 a 2 anni. Fino a che il CAS, la Corte arbitrale dello sport, non si determinerà, il campione altoatesino potrà comunque, per fortuna, continuare a giocare. Come se niente fosse, o quasi, considerando che, pur certo della sua innocenza, dovrà scendere in campo con questa spada di Damocle ben piantata nella schiena.
Già, ma quando arriverà la decisione del CAS? Ci vorrà un po’ perché la Corte si determini in merito e decida se confermare o meno la sentenza di primo grado. Ci vorranno, come scrive anche Il Fatto Quotidiano, almeno 6 mesi, per “partorire” quella di secondo grado. E speriamo solo che, trascorso questo lasso di tempo che adesso ci pare interminabile, si possa scrivere una volta per tutte la parola “Fine” su questa spiacevole vicenda.
Questo contenuto è stato modificato 30 Settembre 2024 16:54
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