Il weekend nero di Sinner: tutt’altro che finita

Jannik Sinner, si è concretizzato il timore del campione e dei suoi sostenitori: la Wada non ci sta, guai all’orizzonte.

Lui in cuor suo lo sapeva. Era perfettamente consapevole del fatto che fosse ancora troppo presto per cantare vittoria. E aveva ragione. Perché non era vero, come si diceva nelle scorse settimane, che il peggio fosse passato e che la questione relativa alla sua positività al Clostebol appartenesse ormai al passato.

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Jannik Sinner, la storia del doping è tutt’altro che finita (AnsaFoto) – Ilveggente.it

L’Agenzia mondiale antidoping, meglio nota con l’acronimo di Wada, ha fatto sapere nelle scorse ore, proprio mentre Jannik Sinner era in campo a Pechino contro Roman Safiullin, di aver presentato ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport. Ha depositato la documentazione necessaria nella giornata di giovedì 26 settembre e ha dunque ufficialmente intrapreso una battaglia contro il tennista italiano e contro la decisione che era stata assunta, sul finire dell’estate, dall’Itia, il tribunale indipendente che aveva valutato la posizione del numero 1 del mondo.

Tra le pagine del ricorso troviamo scritto proprio ciò che più temevamo. La Wada chiede da 1 a 2 anni di sospensione per il campione altoatesino, che ancora ignaro di cosa stesse per accadere si era recato in Cina per difendere il titolo e i punti visti lo scorso anno, quando ancora non c’era alcuna nube all’orizzonte.

Sinner, il peggio non è ancora alle spalle

Dal comunicato ufficiale e dal ricorso depositato al CAS di Losanna si evince chiaramente che l’Agenzia mondiale antidoping non ha ritenuto soddisfacenti le 33 pagine che l’Itia, nel sollevare Jannik da ogni responsabilità, aveva emesso nello scorso mese di agosto.

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La Wada ha presentato ricorso relativamente alla decisione dell’Itia su Jannik Sinner (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Si presume, in particolar modo, che anche Sinner, come il suo fisioterapista e il preparatore atletico, abbia “peccato” di negligenza, motivo per il quale si ritenga che debba pagare. Ma andiamo a leggere, nello specifico, cosa scrive la Wada nel comunicato diffuso per notificare il ricorso. “L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) – si legge nella traduzione di Eurosport – conferma di aver presentato giovedì 26 settembre un ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS) per il caso del tennista italiano Jannik Sinner, giudicato da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) senza colpa o negligenza per essere risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024″.

“La WADA – questo il passaggio più importante – ritiene che la constatazione di “assenza di colpa o negligenza” non sia corretta ai sensi delle norme vigenti. Chiede un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni. La WADA non chiede la squalifica di alcun risultato, salvo quella già inflitta dal tribunale di prima istanza. Poiché la questione è ora pendente davanti al CAS, la WADA non farà ulteriori commenti in questo momento”. Il peggio, insomma, non è forse ancora del tutto alle spalle.

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