Jannik Sinner, era inevitabile, per certi versi, che accadesse ancora una volta. Siamo alle solite: inutile sindacare.
Certe cose non cambiano mai. Ed è anche giusto, per certi versi, che sia così. Se, in un passato non troppo lontano, Roger Federer e Rafael Nadal facevano “litigare” il popolo del tennis, a dividerlo in due fazioni sono, oggi, i due tennisti che più successi hanno collezionato dal giorno in cui hanno debuttato nel circuito maggiore.
Dovrebbe essere abbastanza chiaro che è a Jannik Sinner e Carlos Alcaraz che ci stiamo riferendo. Loro, i due talenti più puri ed incontenibili di questo decennio quasi giunto al giro di boa, fanno magie sempre, ma in particolar modo quando il destino decide di metterli l’uno contro l’altro. I loro faccia a faccia sono sempre estremamente entusiasmanti e divertenti e non hanno mai deluso le aspettative, quando si è trattato di pigiare sull’acceleratore e dare il meglio di sé.
Ne consegue, dunque, che ogni sfida tra l’iberico e l’italiano diventi, automaticamente, un evento imperdibile. Un appuntamento di quelli che tengono incollati alla televisione migliaia e migliaia di spettatori, curiosi di scoprire cosa s’inventeranno i due campionissimi europei per battere l’altro e assicurarsi la gloria eterna.
Stando così le cose è praticamente impossibile, oltre che inutile, stabilire chi dei due sia più forte. Lo sono allo stesso modo, alla stessa maniera. Eppure, com’è giusto ed ovvio che sia, qualcuno tira le parti di Jannik e qualcun altro, invece, fa il tifo per Carlitos.
John McEnroe, ad esempio, capitano del team World in Laver Cup, ha le idee non chiare, ma chiarissime, in merito a questa diatriba. E ne ha parlato proprio nei giorni scorsi, andando dritto al sodo e senza fare troppi giri di parole, esprimendo un pensiero che ha provocato il risentimento, inevitabilmente, di buona parte del popolo del tennis.
“Carlos Alcaraz – queste le parole del leggendario tennista – è il miglior prodotto nel tennis degli ultimi 10 anni“. Non dice nulla a proposito di Sinner, ma è evidente che un’affermazione del genere abbia delle chiare implicazioni. Non nominandolo lo esclude, automaticamente, dalla corsa a re del tennis di questo decennio. E per carità, ci sta. Il mondo è bello perché è vario e sarebbe estremamente noioso, diciamocelo, se così non fosse. Anche perché, inutile negarlo, rivalità come la loro sono il pepe dello sport.
Questo contenuto è stato modificato 20 Settembre 2024 07:51
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