Sinner, a volte ritornano: non è mai finita

Jannik Sinner, la questione è tutt’altro che risolta: il passato è tornato a bussare alla sua porta, attacco frontale.

Sembra una vita fa. Eppure, a ben pensarci, non è trascorso poi troppo tempo da quando la notizia della positività di Jannik Sinner al Clostebol ha fatto il giro del mondo. Il caso è esploso all’incirca un mese fa, ma sono accadute talmente tante cose, nel mentre, che la percezione, in effetti, è che sia passato un secolo.

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Jannik Sinner è risultato positivo, in primavera, al test anti-doping (LaPresse) – Ilveggente.it

Il suo trionfo nello Slam a stelle e strisce ha fatto in modo, fortunatamente, che l’attenzione del pubblico si spostasse sul suo talento e su quell’incredibile risultato, ragion per cui, giorno dopo giorno, se n’è parlato sempre meno. Questo non significa che la vicenda appartenga ormai al passato, intendiamoci. Sarebbe bello, se così fosse, ma non sarebbe assolutamente veritiero, ahinoi. Tanto è vero che, nonostante la notizia risalga ormai a diverse settimane fa, se ne parla ancora come se fosse attuale.

Il pericolo Wada dovrebbe ormai essere scampato, il che sta a significare che quanto accaduto per via della contaminazione involontaria da Clostebol non avrà alcuna conseguenza e ripercussione sulla carriera dell’attuale numero 1 del mondo. Eppure, c’è chi, ancora, si ostina a parlarne. A sottolineare qualcosa che già in molti, in questo lasso di tempo, hanno evidenziato.

Sospetti su Sinner: anche Dimitrov ci vede “doppio”

L’ultimo ad essersi pronunciato in merito alla vicenda di Sinner è stato il suo avversario Grigor Dimitrov, che domenica scorsa è intervenuto in una trasmissione andata in onda sulla televisione bulgara.

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Grigor Dimitrov ha voluto dire la sua sulla vicenda doping (LaPresse) – Ilveggente.it

Nei 40 minuti di diretta gli è stato chiesto di tutto un po’: della sua situazione personale, ma anche del circuito maggiore. Qualche riferimento all’epilogo dello Slam newyorkese e, infine, un “doveroso” passaggio su Sinner e sul presunto doping. L’atleta di Haskovo non ha indugiato neppure per un istante, dimostrando così di avere le idee chiarissime in merito all’accaduto e di essersi fatto un’opinione ben precisa, sulle basi delle informazioni di cui è venuto in possesso.

“È stato secondo me un caso di doppio standard di comportamento – ha osservato Dimitrov – A New York mi ha sorpreso come sono stati gestiti i protocolli e i processi. Altri giocatori hanno sperimentato trattamenti diversi; si vede anche in altre discipline, ma il modo in cui l’Atp ha spiegato le cose mi è sembrato molto strano; il timing di tutta la vicenda è strano. Il senso delle cose si è perso e questo inevitabilmente ti fa dubitare, anche se sei nell’ambiente da tanti anni”.

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