Matteo Berrettini, impossibile non notarlo: il capitano Filippo Volandri se n’è accorto subito, ma c’era da aspettarselo.
Sbagliava chi credeva che in assenza dei numeri 2 d’Italia il battaglione azzurro potesse non essere competitivo. Gli altri tennisti convocati da Filippo Volandri hanno dimostrato di essere perfettamente all’altezza delle aspettative e di poter gestire, all’occorrenza, sia la pressione che eventuali situazioni un tantino più complicate.
Matteo Berrettini & Co., a Bologna, se la sono cavati alla grande. Soprattutto il romano, sulle cui condizioni vigeva comunque un grandissimo punto interrogativo. Era arrivato in quel di New York leggermente acciaccato e il timore era che potesse non essere in grado di reggere il ritmo della competizione a squadre. Fortunatamente ha smentito tutti dal primo giorno e dato prova, di contro, di avere un’energia incontenibile. Insieme a tanta voglia di farcela e di contribuire in maniera fattiva alla corsa alla Davis.
Non si è patita troppo, insomma, l’assenza di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, che dopo le fatiche d’Oltreoceano hanno ben pensato di rifiatare un po’. Se il carrarino si è dedicato, insieme alla compagna, ai preparativi per il battesimo del piccolo Ludovico, il numero 1 del mondo non ci ha pensato troppo su, quando si è trattato di partire alla volta di Bologna. Ha voluto esserci ugualmente, anche se solo in panchina. E questo, a quanto pare, ha fatto la differenza.
L’ha fatta nella misura in cui, appunto, al momento di trovare la quadra, la presenza del campione del mondo si è rivelata determinante. A confessarlo è stato Volandri, che non ha potuto fare a meno di notare una cosa, durante l’ultimo round della fase a gironi.
“A Bologna abbiamo avuto risposte importanti da Berrettini – queste le sue parole alla Gazzetta dello Sport – che è tornato e ha vinto partite molto complicate anche a livello mentale, perché la responsabilità di portare il punto per la squadra è tanta. Cobolli ha giocato due ottimi match. È un giocatore che ha grandissime potenzialità, veloce, fertile, che può crescere ancora molto sulla parte fisica e anche sul servizio. Bisognerà fare delle scelte e sono sempre complicate. È sempre una lotta furibonda e dobbiamo prepararci alla stessa cosa anche a Malaga. Abbiamo tante ‘Italie’ a disposizione”.
“Questo è ciò che Jannik ha dentro – ha spiegato ancora Volandri – È molto bravo a gestire, a non far vedere le emozioni in campo, ma quando è in compagnia si lascia andare e si diverte. E poi ha dato un bell’aiuto a Berrettini quando era in difficoltà contro Van de Zandschulp. Gli ha detto di rispondere un po’ più a destra e indietro, e da lì ha iniziato ad avere palle-break. Glielo avevo detto, ma si vede che detto dal numero 1 al mondo fa un altro effetto“.
Questo contenuto è stato modificato 18 Settembre 2024 07:46
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