Jannik Sinner, i 15 giorni più difficili della sua vita: le dichiarazioni inaspettate del tennista fanno il giro del web.
Un quantitativo infinitesimale, sì, eppure tanto è bastato perché una vera e propria tempesta si abbattesse su Jannik Sinner. L’affaire del Clostebol dovrebbe ormai appartenere al passato, ma va da sé che sarà davvero difficile, per il campione altoatesino, lasciarselo realmente alle spalle. Quanto accaduto, volente o nolente, lascerà una traccia indelebile.
Tanto è vero che, ancora oggi, se ne parla. In altri termini, rispetto a quando è esploso il caso, ma comunque se ne parla. E se qualcuno, nelle scorse settimane, lo ha fatto al solo scopo di mettere in dubbio l’integrità morale del numero 1 del mondo, nelle scorse ore un certo tennista lo ha fatto in una chiave completamente diversa.
Quel qualcuno è l’atleta norvegese Casper Ruud, intervenuto in merito alla vicenda della positività di Sinner a TV2. Un punto di vista interessante, il suo. Perché non si è limitato a giudicare e basta, ma ha letto le carte e si è fatto una sua idea. Cosa che non tutti, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate nelle scorse settimane, hanno fatto. Ignorando, probabilmente, quanto importante fosse approfondire la vicenda, conoscerne i dettagli, prima di sparare sentenze in maniera del tutto arbitraria.
Ruud difende Sinner: “Nessuna discriminazione”
Questa, dunque, l’analisi di Ruud: “All’inizio, prima di comprendere il caso e l’evoluzione degli eventi, ho pensato ci fosse qualcosa di strano. Lui è numero 1 al mondo, doveva esserci della discriminazione. Poi, però, ho compreso il caso e le regole. Leggendo i documenti e capendo come funziona il processo in questo genere di casi, ci si rende conto che non c’è nessuna discriminazione“.
“Quello che Sinner ha fatto bene è l’aver trovato una spiegazione entro 15 giorni dal test positivo, ha capito piuttosto in fretta da dove veniva. Non sono tanti gli atleti che possono fornire una spiegazione dopo due settimane, ma Jannik ci è riuscito. Il fatto che abbia scoperto velocemente da dove veniva la sostanza e che abbia dato una spiegazione ragionevole depone a suo favore“.
Ruud scagiona il numero 1 del mondo da tutte le accuse a lui rivolte, dunque, e lo fa sulla base dei documenti, delle certezze a partire dalle quali l’Itia ha valutato la vicenda e deciso che non fosse il caso di punire l’azzurro. Una disamina attenta e lucida, oggettiva, ben diversa dalle tante in cui si sono lanciati, nei giorni scorsi, altri colleghi. E, in quanto tale, ancor più apprezzabile.