Jannik Sinner, quello che ha confessato ha spiazzato proprio tutti. Le cose non stanno come sembra: non ha avuto nessuna pietà.
Non servono numeri e statistiche per decretare che Jannik Sinner è entrato a far parte già da un pezzo dell’Olimpo dei campioni. Fa sempre piacere, tuttavia, ricordarlo, soprattutto se consideriamo che molti “tifosi”, o pseudo tali, tendono a dimenticare troppo in fretta le imprese mirabolanti di cui l’azzurro è stato capace negli ultimi anni.
E conviene rammentare a tutti che, proprio come i grandi tennisti che hanno fatto la storia, anche il nativo di San Candido ha messo il sigillo su un poker pazzesco. Nel 2024 ha raggiunto almeno i quarti di finale in tutti gli Slam, che è una cosa per nulla scontata. E stanotte cercherà di fare addirittura meglio, ossia di staccare il pass per accedere alle semifinali degli Us Open. Non sarà facile: lo sa lui e lo sappiamo noi. Al di là della rete, del resto, c’è lo stesso avversario nel quale si è imbattuto in 2 dei 3 Major che hanno preceduto quello a stelle e strisce.
Parliamo di Daniil Medvedev, che ha “sofferto” in Australia ma che si è rifatto a Wimbledon, mettendo l’altoatesino alla porta proprio ai quarti di finale. Duelleranno per lo stesso obiettivo anche Jack Draper e Alex de Minaur, che scenderanno in campo prima del russo e dell’italiano. Ed è stato proprio Draper, nei giorni scorsi, a raccontare alla stampa qualcosa di inaspettato sul conto del numero 1 del mondo.
Sono amici, i due tennisti, tanto è vero che a Montreal hanno giocato insieme il doppio. Cosa di cui Jack è particolarmente fiero, consapevole com’è del fatto che sia un vero privilegio condividere il campo insieme a un campione del calibro di Jannik.
Non è stato sempre così, però. C’è stato un tempo in cui Draper non sapeva ancora, ovviamente, quanto in alto sarebbe arrivato il suo amico dai capelli rossi. “La prima volta che ci siamo incontrati era in un torneo Under 18 – ha detto, come riferisce Eurosport – Penso di averci giocato contro in un doppio ITF di Categoria 1. Non lo conoscevo, ma è stato in un certo senso strano seguire il suo percorso perché da junior Jannik non era un giocatore tra i migliori, tra i più considerati. Mi ricordo appunto di quel doppio e di come ci eravamo dati come strategia di tirare su di lui, perché non era il miglior giocatore in campo”.
Le cose sono poi rapidamente cambiate e Sinner non è più, di certo, il ragazzino ancora acerbo che si fa prendere a pallate dai suoi avversari. Il suo ruolo adesso è decisamente cambiato ed è bello pensare a quanta strada abbia fatto la volpe venuta giù dai monti dell’Alto Adige.
Questo contenuto è stato modificato 4 Settembre 2024 10:23
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