Rabbia totale per la tennista che non ha usato mezzi termini per attaccare chi gestisce i calendari. Le sue parole non passano inosservate
Niente, a Iga Swiatek, tennista polacca, non va proprio giù il nuovo calendario tennistico e la programmazione della Wta. E non è una che le manda a dire, senza dubbio. Anzi, è una che va sempre diretta quando c’è da affrontare una questione che coinvolge anche le sue colleghe.
“Il nostro sport – ha detto – va nella direzione sbagliata”. Un tema, quello dei calendari, che aveva già affrontato a Cincinnati: “La questione del calendario del tennis sarebbe una cosa facilmente risolvibile per i responsabili del tennis. Quello che sta succedendo è pazzesco e il calendario è davvero duro. Ne ho parlato a Cincinnati e la gente mi ha detto che non sono obbligata a giocare così tanti tornei, ma la realtà è un’altra e ne abbiamo tanti di tornei obbligatori nei quali dobbiamo esserci”.
Le parole di Swiatek
“Ad esempio – ha sottolineato ancora la numero 1 del mondo – non abbiamo tempo nemmeno alla fine dell’anno. Il primo torneo inizia il 29 dicembre, quindi la stagione è decisamente troppo lunga. Penso che sia qualcosa che deve cambiare, sarà meglio anche per i tifosi. In questo modo non vedranno i loro giocatori preferiti ritirarsi o infortunarsi così tanto”. Sì, perché poi il tema è sempre quello: la tenuta fisica degli atleti che si ritrovano ogni anno a giocare molte partite e ad affrontare moltissimi viaggi per essere sempre presenti.
“Possiamo presentare una qualità migliore. Ma ho visto dallo scorso anno che non abbiamo alcuna influenza su ciò che accade. Hanno addirittura cambiato le regole senza che noi sapessimo nulla. Hanno cambiato le regole sui tornei obbligatori e poi ce lo hanno fatto vedere, proviamo a parlare ma non incidiamo. Il nostro sport sta andando nella direzione sbagliata a causa di queste cose”. La tennista ha poi continuato spiegando che tra un torneo all’altro ai quali ha partecipato aveva solamente due giorni di riposo. Oggettivamente troppo pochi per riuscire a rendere al meglio. Ecco perché forse qualcosa potrebbe davvero essere rivista. Per il bene di tutti.