Jannik Sinner è stato “derubato” nel bel mezzo del Masters 1000 di Cincinnati: non ha potuto farci niente.
Nel pomeriggio italiano, i tifosi azzurri hanno assistito a due partite in una. Il protagonista della prima è stato un Matteo Berrettini in versione deluxe, che ha martellato e bacchettato Holger Rune senza alcuna pietà. Peccato solo che alla fine del primo set sia iniziato, di fatto, un altro match, completamente diverso, oltretutto, da quello precedente.
L’epilogo del primo turno di Cincinnati non è stato dei migliori per il tennista romano, ma la sconfitta rimediata nulla toglie, comunque, al fatto che nel primo parziale sia stato assolutamente straordinario. La prestazione opaca dei due set successivi è oggettiva, inequivocabile, ma c’era da aspettarselo che nel passaggio dalla terra rossa al cemento Berrettini potesse non brillare. Soprattutto al cospetto di un avversario che ha saputo ritrovare subito la via maestra e rendere pan per focaccia al suo avversario italiano.
Quello che è accaduto in Ohio ha permesso a Matteo, nel bene e nel male, di mettere la firma su un’impresa che ha dell’incredibile. Grazie alla partita disputata contro Rune, infatti, l’ex numero 1 d’Italia è ufficialmente entrato nella storia dell’era Open, con un record che fotografa in maniera fedele quanto sia stato continuo nell’ultimo periodo.
A Berrettini ne mancava uno solo: missione compiuta
Iniziamo col dire che, al di là del risultato della partita contro il giovane danese, il nuovo record di Berrettini ha radici lontane.
Negli ultimi 10 match da lui disputati, 5 dei quali a Gstaad e altrettanti a Kitzbuhel, il finalista di Wimbledon 2021 non aveva lasciato ai propri rivali neanche un set. Aveva collezionato, così, la bellezza di 20 set vinti consecutivamente, ma era ignaro del fatto che il meglio dovesse ancora venire. Al momento di scendere in campo, il record era in mano a Jannik Sinner, che ha quindi subito, nel vero senso della parola, un furto di Ferragosto.
Lui di set vinti di fila ne aveva mandati a referto 20, a cavallo tra la semifinale di Coppa Davis e il penultimo atto degli Australian Open. Matteo è volato, adesso, a quota 21, per cui sarà questo, adesso, il primato da battere. La striscia adesso si è interrotta, ma resta, quello è poco ma sicuro, il fatto che nelle ultime settimane, seppur rientrasse da mesi di stallo, Berrettini sia stato strabiliante ed incredibilmente continuo.