Sinner, non le ha proprio mandate a dire. Stoccata evidentissima: a questo punto non c’è nulla da recriminarsi.
La tempesta è tutt’altro che passata. Le Olimpiadi sono quasi giunte al termine, è vero, ma c’è una fetta di tifoseria azzurra che non è ancora riuscita a farsi una ragione dell’assenza di Jannik Sinner a Parigi. E che continua, tutt’oggi, a ironizzare sul suo forfait e, soprattutto, sulla causa che lo avrebbe determinato, vale a dire la tonsillite.
Diagnosi che non ha convinto proprio tutti, ma che, anzi, ha indotto buona parte del popolo dei social a credere che si trattasse di una scusa per non partecipare. A nulla è servito il fatto che l’azzurro abbia detto che questa decisione gli ha spezzato il cuore: non se la sono bevuta. E così, ogni volta che ne hanno l’occasione, i detrattori continuano a burlarsi del suo ritiro e di tutto il contesto in cui questa tanto chiacchierata scelta sarebbe maturata.
Fortuna, almeno quello, che dai Giochi di Parigi la Nazionale azzurra ne sia uscita a testa alta, altissima. Con lui in gara magari le cose sarebbero andate diversamente, ma Lorenzo Musetti & Co. se la sono cavati più che egregiamente al di là delle Alpi. Il battaglione italiano porterà in patria, per quanto riguarda la disciplina del tennis, una medaglia di bronzo e un oro, ragion per cui è andata non bene, ma benissimo.
Ne è perfettamente consapevole il presidente della Federazione italiana tennis e padel, Angelo Binaghi, estremamente orgoglioso dei suoi ragazzi e dei traguardi raggiunti dalla squadra nell’ambito della competizione a cinque cerchi.
“Nel tennis ha vinto l’Italia con due medaglie, un oro e un bronzo che vale come un oro – ha osservato nell’intervista a SuperTennis – Noi che siamo arrivati fin qui senza Jannik Sinner e Matteo Berrettini, siamo la nazione più forte al mondo. Il bronzo di Lorenzo vale oro, poi bravissima Jasmine e chi la ha assistito, ma queste sono le Olimpiadi di due colossi, Novak Djokovic e Sara Errani, oggi hanno entrambi completato il Grande Slam d’Oro, con queste imprese”.
Non rimpiange, Binaghi, l’assenza del numero 1 al mondo, considerando che gli azzurri hanno fatto grandi cose in campo anche senza colui il quale sarebbe dovuto essere il trascinatore assoluto. Non sapremo mai come sarebbe andata se non si fosse ritirato, ma è davvero difficile immaginare che potesse andare meglio di così.
Questo contenuto è stato modificato 6 Agosto 2024 09:26
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