Non accennano a placarsi le polemiche attorno al Villaggio Olimpico: in tanti come Ceccon, situazione invivibile.
Thomas Ceccon è stato il primo, ma non il solo e non di certo l’ultimo. Lui si è limitato ad “inaugurare” la polemica, il resto è venuto da sé. Ed era solo questione di tempo, in fin dei conti, perché qualche atleta denunciasse l’incresciosa situazione che si vive dietro le quinte della competizione più affascinante che sia mai esistita.
Già, perché non è tutto oro – è proprio il caso di dirlo – quel che luccica in televisione o nelle strutture parigine che stanno ospitando, in questi giorni, le gare olimpiche. Il malumore regna sovrano al Villaggio in cui alloggiano gli atleti perché, così pare, non è stata riservata loro un’accoglienza che possa dirsi effettivamente degna di questo nome. Il nuotatore azzurro ha raccontato solo qualcuno dei retroscena, primo fra tutti l’assenza di condizionatori che rende impossibile dormire sia di pomeriggio che di notte.
E tanto si è parlato, poi, del cibo della mensa, che a detta di molti non sarebbe affatto all’altezza degli standard degni di un atleta. Qualcuno ha lamentato la mancanza di alimenti proteici, mentre qualcun altro ne ha fatto una questione di qualità. Sta di fatto, così dicono i protagonisti dei Giochi, che in termini di ospitalità Parigi non ha brillato. Gregorio Paltrinieri, che di Olimpiadi ne ha disputate 4, ha detto addirittura che queste sono le peggiori in assoluto, a livello di organizzazione e servizi per gli atleti.
Ceccon ha poi detto, tra le tante cose, che molti atleti preferiscono pranzare e cenare fuori e che chi ne ha la possibilità, in generale, fugge dal Villaggio Olimpico appena può.
Come il Team USA, ad esempio, che per la verità il Villaggio non lo ha neanche mai visto. Per evitare che gli atleti vivessero nel caos proprio di una cittadella dello sport, sin dall’inizio è stata prenotata per loro una struttura alberghiera da 800 camere nel centro della città dell’amore. Grande abbastanza, quindi, da ospitare non solo campioni e campionesse, ma anche i loro familiari, gli staff tecnici e medici, dirigenti e quant’altro.
Il team a stelle e strisce dispone anche di voli charter privati, mezzi di trasporto riservati per gli spostamenti nelle strutture in cui si disputano le gare e chi più ne ha più ne metta. La fuga dal Villaggio Olimpico, naturalmente, è costata un pozzo di soldi. Talmente tanti che pochi altri team si sarebbero potuti permettere una spesa del genere: 15 milioni di dollari. Spesa che, col senno di poi, è valso la pena fare fino all’ultimo centesimo…
Questo contenuto è stato modificato 5 Agosto 2024 16:41
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