Il più forte è Sinner e adesso c’è anche l’ufficialità: una soddisfazione grandissima, gioia al quadrato per il campione azzurro.
Se ne parla ormai tutti i giorni, benché nessuno riesca a venire a capo di questo rebus. Perché non è facile, in effetti, tirare le somme, quando davanti si hanno fenomeni del calibro di Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. C’è chi tenta, in base a dati e numeri, di stabilire chi sia il più forte fra i due, ma la verità è che è un’operazione che lascia il tempo che trova. Sono due fenomeni e non dovremmo fare altro che goderceli, invece di azzuffarci a tal proposito.
C’è qualcuno, però, piuttosto esperto perché decisamente del settore, che nelle scorse ore non ha potuto fare a meno di trattenersi. Ha voluto tessere le lodi dell’azzurro e lo ha fatto in maniera pubblica, spendendo parole bellissime per il suo collega nel momento in cui il Corriere di Verona lo ha intervistato. Si tratta del francese Richard Gasquet, numero 125 del ranking Atp, reduce dal Challenger che si è giocato nei giorni scorsi in Veneto.
Dall’alto della sua esperienza e del suo status di ex numero 7 del mondo, ha detto sul conto di Sinner delle cose importantissime. Rivelando, in questo modo, di provare una forte ammirazione nei confronti del re del ranking e, soprattutto, del suo ineguagliabile stile di gioco.
Nessun dubbio, il più forte è Sinner
“La cosa impressionante di Sinner è che ha tutto”, ha attaccato Gasquet, esprimendo già così, in pochissime parole, quanto profonda sia la stima che nutre per Jannik.
“Quando scambi sei di fronte a un grande dritto e a un grande rovescio, quindi non hai nessuna pausa. Sul piano tecnico è il più forte. Penso che tutto nasca dalla pulizia del suo gesto tecnico. Sinner sa usare il corpo venendo in avanti, piegando le gambe e colpendo bene la palla. A generare quella potenza è la perfezione nei movimenti”. Così il campione d’Oltralpe ha voluto motivare, poi, l’idea che si è fatto del numero uno del mondo.
Il più forte sul piano tecnico, dice, lasciando sottintendere di preferire il suo gioco a quello dell’altrettanto forte Carlos Alcaraz. Ha dato un contributo importantissimo, dunque, al dibattito che si è creato attorno ai due fenomeni europei che, questo è poco ma sicuro, continueranno a regalarci gioia e adrenalina per molti anni a venire.