Irrefrenabile Berrettini, arriva la conferma ufficiale: lo fa per lei e per nessun’altra ragione al mondo.
Se il sorteggio fosse stato un tantino più benevolo, oggi saremmo qui a raccontare una storia un tantino diversa. Magari Matteo Berrettini non avrebbe vinto Wimbledon, ma di certo, dato il livello di altri competitor, sarebbe arrivato un po’ più lontano. E avrebbe incamerato, quindi, punti utilissimi in ottica ranking.
Sappiamo benissimo, invece, come purtroppo è andata a finire, così come sappiamo, almeno quello, che a Londra il romano ha trovato tutte le conferme di cui era in cerca. Nel derby con Jannik Sinner se l’è cavata egregiamente, sebbene il numero 1 lo abbia poi sconfitto, e non è poco. È la prova del fatto, anzi, che lì, da qualche parte, c’è ancora quel top player cui il destino ha troppe volte riservato spiacevoli sorprese.
Sarà il cemento, eventualmente, a confermare questa ipotesi, fermo restando che, prima ancora di volare negli States, Berrettini sarà impegnato sulla terra rossa. Da questo momento in poi, infatti, almeno così spera, farà un viaggio no-stop. E lo farà per la classifica, per provare a ribaltare la situazione e a guadagnare posizioni che possano tornargli utili, quando verrà il momento, in sede di sorteggi dei tabelloni principali dei tornei ai quali parteciperà fino alla fine dell’anno.
Berrettini, avanti tutta: da questo momento in poi si fa sul serio
Oggi esordirà all’Atp 250 di Gstaad, dove vinse il suo primo titolo Atp. Dalle Alpi svizzere si sposterà poi, nella settimana dal 22 al 27 luglio, nel Tirolo, a Kitzbuehel, per un’ultima parentesi sul mattone tritato.
A quel punto, con la trasferta nordamericana che incombe, non avrà tempo neppure per rifiatare. Il Masters 1000 di Montreal avrà inizio il 6 agosto, per cui, tra allenamenti e viaggio, non avrà un attimo di tregua. Dopo il Canada partirà per Cincinnati, per l’appuntamento che si giocherà dal 12 al 19 agosto. E poi, dopo appena 7 giorni, sarà tempo di esordire al Flushing Meadows e di rivivere emozioni che, quello è poco ma sicuro, non avrà mai dimenticato.
Lì, 5 anni fa, agguantò la sua prima semifinale Slam, ragion per cui ci sono buone ragioni per pensare che agli Us Open, come sempre del resto, si accenderà ancora una volta. Fermo restando che, purtroppo, ora come ora la classifica non gli sorride. Non avendo avuto la possibilità di difendere i punti conquistati lo scorso anno sull’erba di Wimbledon, Matteo è ulteriormente scivolato nel ranking. Adesso è 82esimo e ha solo 715 punti, per cui dovrà mettercela tutta per risalire un po’ la china e assicurarsi, almeno stavolta, un sorteggio migliore. E speriamo che sarà valsa la pena, allora, di trottare da un continente all’altro nel buon nome della classifica.