Berrettini, la notizia inaspettata scombina totalmente gli equilibri del ranking maschile: ecco cosa è successo.
I detrattori addirittura speravano che perdesse in malo modo, cosicché la loro strampalata teoria trovasse conferma. Desideravano che i fatti dimostrassero che Matteo Berrettini è un tennista finito e che non c’è più spazio per lui, oramai, nel circuito. Le cose sappiamo non essere andate esattamente in questo modo, però.
È vero che ha perso la finale di Stoccarda per un soffio e che Marcos Giron lo ha fatto fuori al secondo turno di Halle, ma è innegabile che questi giorni sull’erba ci abbiano restituito la fotografia di un campione che è tutt’altro che finito. Continua a pagare il fatto di aver giocato pochissimo in questi due anni e ne risente quando il match si allunga, ma il guizzo che ha fatto di lui l’eroe di Wimbledon, nonché l’animale da Slam che è stato in passato, c’è ancora tutto.
Il che spiegherebbe il motivo dell’improvviso ribaltone che, nelle scorse ore, lo ha riguardato in prima persona. Una previsione rosea, che ci fa sorridere e ben sperare e che causerebbe, qualora effettivamente si avverasse, un vero e proprio terremoto in classifica. Ma procediamo per gradi, prima di fare troppi voli pindarici.
Berrettini, stavolta il bicchiere è mezzo pieno
Iniziamo col dire che il bell’annuncio – inaspettato, per questo parliamo di ribaltone – arriva direttamente dai bookmaker. Che, contrariamente agli haters che si aggirano sui social network, non credono che Berrettini non abbia più nulla da dire sulla sua superficie preferita. Ma che abbia buone possibilità, al contrario, di fare bene a Londra e di guadagnare terreno nel ranking.
Le sue prestazioni in Germania devono aver convinto gli analisti, tanto è vero che le agenzie di scommesse lo indicano tra le prime posizioni nella classifica dei favoriti per la vittoria di Wimbledon. Ha molte meno chance di farcele di quante non ne abbiano Alcaraz e Sinner e Medvedev e Zverev, ma se la gioca ad armi pari con tennisti che, ora come ora, fisicamente stanno meglio di lui. Ci riferiamo a Dimitrov, de Minaur e Hurkacz, il cui trionfo all’All England Club varrebbe, come quello di Matteo, 21 volte la posta.
Una previsione incoraggiante, come incoraggianti sono le parole del romano dopo il ko subito ad Halle: “Da parte mia c’è la soddisfazione di essere tornato a giocare e non mi aspettavo di ottenere questi risultati. Mi sento bene fisicamente e mi sto abituando alle sollecitazioni che ci sono in partita. Ora pensiamo a Wimbledon”. Berrettini ha scelto, stavolta, di vedere il bicchiere mezzo pieno, di cogliere il buono e di non badare solo a numeri e risultati. E chissà che questo, in previsione del suo appuntamento del cuore, non possa essere di buon auspicio.