Gratta e vinci, meglio soli che in tribunale: messaggio ricevuto

Gratta e vinci, ci sono delle regole che è meglio tenere bene a mente, quando si tenta la fortuna al gioco d’azzardo.

“Prima di tutta questa storia, eravamo felici, sereni, tranquilli. Ora non lo siamo più, siamo turbati, viviamo come sospesi. È tutto bloccato, vogliamo solo che finisca tutto questo…”. Vi sembrerà strano, ma a pronunciare queste parole è una persona che dovrebbe invece sorridere, avendo vinto un bel po’ di grana al Gratta e vinci. Peccato solo che, come in questo caso, tante volte ci sia un abisso, tra la realtà e le aspettative.

Gratta e vinci, tre anni di carcere per appropriazione indebita
Due amici ne hanno portato un terzo in tribunale dopo una grossa vincita al Gratta e vinci (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Lo crediamo bene che la persona che ha rilasciato questa dichiarazione dica di essere turbata: le cose non sono andate esattamente come lei e il marito si aspettavano, del resto. Tutto è iniziato quando, nel 2021, un piastrellista di nome Ricardo G.T. ha acquistato 5 tagliandi del costo di 20 euro l’uno. Lui afferma di averli acquistati individualmente, mentre i due amici che lo hanno trascinato in tribunale continuano a sostenere che l’acquisto sia stato effettuato in società.

Ritengono, alla luce di ciò, che spetti loro parte del grosso premio che si nascondeva all’interno di uno dei quei grattini. Nel tagliando in questione c’erano 2 milioni di euro (1.6 al netto delle tasse), arrivati dopo che l’uomo aveva già incassato altri 800mila euro per un biglietto, comprato a Modena, di propria iniziativa. Ha riscosso il primo dei due premi senza problemi, mentre col secondo è finito nei guai.

Gratta e vinci, una lezione preziosissima

Ricardo rischia, adesso, di dover scontare in carcere una pena di tre anni per appropriazione indebita. Questa la richiesta di condanna avanzata dal pm, secondo il quale quello dei Gratta e vinci è stato “un acquisto in società fra tre persone, l’imputato e i due amici che l’hanno denunciato per non aver voluta dividere la vincita. Il quadro emerso durante questo processo è netto. Tutte le prove lo dimostrano in modo equivoco, qualunque altra ipotesi è priva di fondamento”.

Gratta e vinci in società: la storia di Ricardo
L’imputato nega che l’acquisto sia stato effettuato in società (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Due le prove che avrebbero inchiodato il piastrellista e persuaso il pm del fatto che i due amici fossero coinvolti nell’acquisto dei tagliandi. Il riferimento è all’ “addetto bancario di Monzambano, a cui l’imputato ha detto di “avere il mandato a riscuotere anche per altre due persone”, e il commercialista che ha dichiarato di essere stato incaricato del riconoscimento della comunione su un tagliando del Gratta e Vinci”. Il pm ha chiesto anche che il denaro vinto venga sbloccato e ripartito così come, pare, i tre amici avessero inizialmente concordato.

E questo sebbene la moglie di Ricardo continui a sottolineare che “non c’era nessun accordo per dividere i soldi, lo escludo. Mio marito aveva solo promesso un regalo a ciascuno di loro, a uno i denti nuovi per la compagna, all’altro un’auto. Ripeto, si trattava di un regalo perché erano amici e colleghi, niente di più”. Sarà. Ma, in ogni caso, bisogna aspettare la sentenza. E ricordare, sempre e comunque, che in certi casi è meglio muoversi da soli, onde evitare che accadano cose del genere.

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