Sinner, il bicchiere in questo caso non è mezzo pieno: le parole del nuovo numero 1 del mondo gelano i tifosi.
In poco meno di un anno è successo praticamente di tutto. Si è regalato il suo primo Masters 1000, poi ha consegnato all’Italia la tanto attesa Coppa Davis. Si è battuto come un leone alle Atp Finals e dulcis in fundo, ad anno nuovo appena iniziato, ha conquistato il suo primo Slam. Il resto è storia. Perché Jannik Sinner, quello è poco ma sicuro, è già leggenda.
E non hanno dubbi, i suoi colleghi del tour, sul fatto che sia il giocatore che più rapidamente e repentinamente è cresciuto negli ultimi tempi. Sarebbe sciocco negarlo, d’altra parte: la sua incredibile ascesa è sotto gli occhi di tutti e chiunque ha visto quanto duramente si sia impegnato l’azzurro per raggiungere i suoi obiettivi e realizzare i sogni che custodiva sin da quando, ancora ragazzino, ha lasciato i monti che tanto amava per trasferirsi a Bordighera.
Lo sapevamo, in fondo, che era destinato a stare in vetta al ranking. Magari non immaginavamo che accadesse tanto presto, ma in cuor nostro ne eravamo già consapevoli. Il solo a non esserne convinto forse era solo lui, il diretto interessato, che è spesso così duro con se stesso da non essere pienamente cosciente della sua grandezza e del suo inestimabile talento. E sembra non averne contezza neanche adesso che detiene lo scettro e la corona del numero 1 al mondo.
Sinner felice a metà: “Ho tutto da perdere”
È un’analisi incredibilmente lucida e razionale, quella che il campione di Sesto Pusteria ha consegnato a Tuttosport nel suo giorno più bello, quello in cui la classifica si è effettivamente aggiornata incoronandolo re del ranking. Un’analisi che forse non ci si aspetterebbe da un 22enne alle prese con il momento più bello della sua carriera.
“Non hanno più niente da perdere contro di me – ha detto riferendosi ai suoi avversari – e io ho tutto da perdere, ma questa è la parte emozionante. E mi piace… Devi lavorare per avere nuove soluzioni in campo, e questo spero sarà il mio prossimo passo. Cerco di prepararmi per essere più imprevedibile in campo. Questo è quello che voglio imparare nei prossimi mesi”. “Ogni torneo è una grande opportunità per mostrare qualcosa di nuovo – ha aggiunto – e anche la volontà di vincere il più possibile. Ma non dimenticare anche il processo. Se vuoi diventare un tennista migliore, a volte devi perdere”.
C’è del “sadismo”, nelle sue parole, felice com’è del fatto che il “peggio” debba ancora venire. Perché se ha dovuto lavorare sodo per arrivare fin qui, dovrà fare ancor di più, da questo momento in poi, per difendere la vetta appena raggiunta.