Sinner, erano stati beccati già in tempi non sospetti: gli screenshot della conversazione sono una prova schiacciante.
È il 2019. Jannik Sinner ha 17 anni. È esile, non ha ancora i ricci lucenti e definiti che oggi riesce a nascondere, chissà come, sotto quel berretto che non si leva mai quand’è in campo. Sta giocando a Villena, in Spagna, al primo turno di un Challenger che, sebbene lui a quel tempo non potesse ovviamente saperlo, è poi stato cruciale per la sua carriera.
Al di là della rete c’è un tennista spagnolo ancor più giovane di lui. Di anni ne ha 15 e si chiama Carlos. Carlos Alcaraz. Quello stesso fenomeno che incarna, oggi, il rivale perfetto. Un avversario che è anche un amico e che ha sempre spinto Jannik, e viceversa, a dare il meglio di sé. Perché loro due non si limitano a darsela di santa ragione quando sono in campo, benché ognuno riesca a fare in modo che l’altro alzi di continuo l’asticella per poter tenere il passo di chi “detta”. Loro due si rispettano, si stimano. E quella che c’è fra l’azzurro e l’iberico è la più bella fra le tante forme di rivalità che conosciamo.
Un dualismo che non è nato, come si potrebbe pensare, sui palcoscenici del circuito maggiore. Ieri si sono sfidati sul prestigiosissimo campo centrale del Roland Garros, ma il loro primo faccia a faccia avvenne, come detto, in un Challenger, quando erano ancora due illustri “signor nessuno”. Eppure, sugli spalti, qualcuno si era già accorto che quei ragazzini avrebbero fatto scintille.
Non era ancora, a quel tempo, la fantastica coppia sportiva che è oggi, ma già allora era evidente quanto fossero bravi e “compatibili”. Tant’è vero che un tennista – di cui non è stata svelata l’identità – oggi in top ten aveva scritto ad un suo amico giornalista un messaggio che oggi mette i brividi.
“Questi due sono tremendi, li tengo d’occhio per il futuro”, si legge nella chat tra l’atleta in questione e il cronista spagnolo Marcos Zugasti. Sua è stata l’idea di pubblicare gli screenshot di quella conversazione, non fosse altro per dimostrare che gli addetti ai lavori si erano resi conto, in tempi non sospetti, di quanto forti fossero i due campioni che ci regalano, da un paio di anni a questa parte, emozioni a non finire.
Messaggi che adesso sanno di profezia. Ci aveva visto lungo, sì. Aveva predetto il futuro e aveva ragione lui: sono tremendi sì, i due tennisti che stanno scrivendo una nuova e splendida pagina della storia di questo sport.
Questo contenuto è stato modificato 7 Giugno 2024 08:44
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