Vettel da brivido, le dichiarazioni del pilota sono state una vera e propria doccia fredda per tutti: nessuno se lo aspettava.
Ormai non corre più, ma questo evento non se lo sarebbe perso per nessuna ragione al mondo. Sarà Sebastian Vettel a portare in pista la McLaren Mp4/8 di Ayrton Senna, in occasione del trentesimo anniversario dalla scomparsa dell’amatissimo pilota automobilistico brasiliano. Tre decenni sono trascorsi dai due tragici incidenti – quello di Senna e quello di Roland Ratzenberger – che contrassegnarono l’edizione 1994 del Gran Premio di Imola. Era doveroso, perciò, rendere onore in qualche modo ai due campioni che hanno perso la vita alla Villeneuve.
Ma c’è un altro incidente ancora che nessuno, per forza di cose, potrà mai dimenticare. Ci riferiamo a quello, più recente perché avvenuto nel 2019, che è costato la vita a Antoine Hubert. Il pilota francese in orbita Renault, come senz’altro ricorderanno gli appassionati, perse la vita durante il Gran Premio del Belgio, a Spa, nella Feature Race della F2, per via di un contatto ad altissima velocità. All’uscita di Eau Rouge, per effetto di una serie di sfortunati eventi, l’auto di Juan Correa colpì la sua monoposto e non ci fu praticamente scampo, per il 22enne d’Oltralpe.
L’altro pilota di F2 se la cavò, ma riportò delle fratture gravissime alle gambe e fu quindi costretto ad attraverso un lungo periodo di riabilitazione, dopo quel terribile incidente a Spa. Un altro episodio al quale Vettel, lì presente, continua a pensare senza sosta. Tanto da avere raccontato, nelle scorse ore, un retroscena che mette i brividi.
Il quattro volte iridato ha raccontato, in quel di Imola, di quanto difficile sia stato per lui quel weekend a Spa. Ha confessato di aver pensato di smettere e di non correre quella domenica, tanto era stato lo shock derivante dalla morte di Hubert, al quale Charles Leclerc ha dedicato il suo primo successo in Formula 1.
“Ricordo ancora la telefonata con mia moglie dopo quello che era successo a Hubert – queste le parole di Vettel, come riferisce Motorsporttotal.com – sul perché dovessi tornare in macchina, ma alla fine decisi di farlo perché è quello che adoro fare“.
Quanto al weekend che spezzò le vite di Senna e Ratzenberger, si è invece espresso in questi termini: “Tutti i piloti beneficiano ancora di quel weekend del 1994: è stato un momento cruciale per modificare gli standard di sicurezza e sono qui perché non va dimenticato. Il pericolo nelle corse è sempre in agguato quando si corre a velocità così alte, la sicurezza sta facendo passi da gigante, ma non si sarà mai sicuri al 100%”.
Questo contenuto è stato modificato 18 Maggio 2024 14:24
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