Sinner, una nuova minaccia si profila all’orizzonte per il campione altoatesino e non solo: attenzione, stavolta fa sul serio.
Di lui si dicono meraviglie. Quanto meno a livello sportivo. Perché dal punto di vista umano, finora, ha fatto arrabbiare un sacco di persone. Ma ha capito e, forse, corretto il tiro, tant’è vero che, da qualche tempo a questa parte, sembra che si stia comportando un po’ meglio. Fermo restando che Holger Rune è così e che nessuno lo cambierà mai: prendere o lasciare.
Del danese si dice pure che sia il terzo elemento della versione 2.0 dei Big Three e che sia destinato ad affiancare i giovani campioni già definitivamente esplosi, vale a dire Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Solo il tempo ci dirà se meriti questa fiducia o meno, ma di certo c’è che il nativo di Gentofte ha “fame” e che si è posto obiettivi piuttosto ambiziosi, per l’immediato futuro. Il “flirt” con il supercoach Boris Becker è già alle spalle e nel suo presente c’è Patrick Mouratoglou. Ma c’è, soprattutto, la voglia di fare bene a Montecarlo e di iniziare a dimostrare di cosa effettivamente sia capace.
Il suo 2024 non è iniziato esattamente nel migliore dei modi e Rune ne sta pagando, per ovvie ragioni, lo scotto. I repentini cambi in panchina, uniti ai risultati poco soddisfacenti conseguiti nel primo trimestre, non lo hanno però demoralizzato. Anzi, ha capito che l’obiettivo da perseguire è uno: la continuità.
E se dovesse effettivamente riuscire, come lui crede, a trovarla, allora sì che potrebbero essere guai per l’iberico e per l’altoatesino. Sono loro le “vittime” designate da Holger, che in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha fatto sfoggio di tutta la sua ambizione e determinazione.
Quando gli è stato chiesto cosa pensasse dell’exploit di Sinner, ora secondo migliore giocatore al mondo, la sua risposta è stata la seguente: Non sono affatto sorpreso, basta guardarlo in allenamento. Ne ho seguito qualcuno anche qui a Montecarlo, mi ha impressionato per l’intensità e la concentrazione, tira fortissimo e non sbaglia mai. Ed è evidente che poi quelle qualità te le porti in campo”. Ha cercato di glissare, invece, quando gli è stato chiesto quanto lontano sia dall’azzurro e dal fenomeno di Murcia: “Io devo guardare a me stesso, e rimanere focalizzato sulle cose da fare per migliorare. Sono numero 7 del mondo, sono stato numero 4, ma non li considero certo un punto di arrivo: mi nutro sempre del desiderio di fare qualcosa di grande”.
Quanto al futuro, ha già le idee chiarissime: “Sono abituato a non pormi limiti, io voglio vincere tutto. A cominciare dagli Slam”. Sempre a patto che Alcaraz e Sinner glielo lascino fare, s’intende…
Questo contenuto è stato modificato 9 Aprile 2024 13:22
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