Lorenzo Pellegrini sembra rinato dopo l’esonero di Mourinho: ora il centrocampista può essere una grande risorsa per la Nazionale.
L’ex terzino del Parma e Roma Alberto Di Chiara è intervenuto ai microfoni di TvPlay per parlare del suo passato calcistico e degli ottimi risultati ottenuti finora da De Rossi sulla panchina della Roma. L’ex calciatore si è anche soffermato sulle prestazioni di Lorenzo Pellegrini, sempre decisivo dopo l’addio di José Mourinho.
Di Chiara ha voluto innanzitutto ricordare il suo rapporto con Eriksson. “Quel Roma-Lecce del 1986 fu qualcosa di incredibile. Il Lecce era già retrocesso ma riuscì a fare un’impresa. L’allenatore della Roma era Eriksson, che due anni dopo ho avuto a Firenze. Mi disse che dopo quella partita aveva perso i capelli. Ho avuto due grandissimi allenatori, Liedholm ed Eriksson“. Ed Eriksson, secondo Di Chiara, è colui che lo ha formato sia come giocatore che come uomo”.
“De Rossi incarna la romanità“, ha continuato l’intervistato, “era auspicabile che riuscisse a dare una scossa. Ha fatto capire che nel calcio non ci inventa niente, è entrato nella testa dei giocatori. I risultati lo hanno aiutato, la squadra ha acquisito maggiore fiducia e ora tutti stanno rendendo al meglio. Lo stesso Dybala è tornato grande protagonista. Al di là delle idee tattiche, De Rossi ha dato la mentalità giusta ai giocatori, nonostante abbia trovato una situazione molto difficile. La squadra è tutta con lui”.
Secondo Di Chiara tutta la Roma sta godendo di una situazione psicologica favorevole. E l’esempio migliore è rappresentato da Lorenzo Pellegrini: il giocatore che sembra aver più ha beneficiato dell’arrivo di De Rossi.
Pellegrini risollevato da De Rossi: “Un altro giocatore senza Mourinho“
Per l’ex Parma, Pellegrini soffriva troppo Mourinho, forse in senso tecnico. Oppure non riusciva a reggerne la personalità. “De Rossi ha ricompattato un ambiente che si stava sfaldando negli ultimi tempi della gestione Mourinho. Ora Pellegrini è un altro giocatore”, ha chiarito l’intervistato.
“La situazione della Fiorentina è molto particolare, analoga a sei anni fa quando morì Astori“, ha seguitato Di Chiara. “In quell’occasione fu molto bravo Pioli a tenere unita la squadra facendola reagire sul campo. Italiano deve ricompattare la squadra anche se è in partenza a giugno. Sarebbe bello se la Fiorentina potesse vincere un trofeo e a dedicarlo a Barone“.
“La disgrazia della morte di Barone non deve incidere sulla compattezza della squadra. Con Barone la Fiorentina aveva iniziato un percorso importante, dovrà riassestare la società ma credo che da qui al termine della stagione i viola potranno togliersi importanti soddisfazioni”.
L’intervistato ha concluso il suo intervento parlando del Parma. “Questo è l’anno migliore della gestione americana del Parma. La squadra sta facendo benissimo con Pecchia e credo che non avrà problemi a tornare in Serie A. Il Perugia con Gaucci è stato protagonista in Serie A per tanti anni, ma adesso sta faticando. Spero che anche gli umbri possano rivivere stagioni da protagonisti”.